Lo scorso mercoledì gli agricoltori di Coldiretti Asti hanno raggiunto Roma di buon mattino per manifestare contro l’approvazione del Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement), l’accordo commerciale di libero scambio siglato tra l’Unione Europea e il Canada. La delegazione astigiana, capeggiata dal presidente provinciale, Roberto Cabiale, e dal direttore, Antonio Ciotta, annoverava anche quattro rappresentanti delle amministrazioni comunali, delegati dai Sindaci e con fascia tricolore: Giovanni Avidano, Vice Sindaco del Comune di Rocca d’Arazzo; Serafino Giovo, Vice Sindaco del Comune di Agliano Terme; Federico Tanino, assessore del Comune di di Cinaglio; Paolo Musso, Consigliere del Comune di Settime. Provenienti da tutta Italia, le bandiere gialle di Coldiretti, hanno così “invaso” piazza Montecitorio, piazza Colonna e le vie laterali. L’iniziativa ha riunito un’inedita e importante alleanza con altre organizzazioni, trasversale ad ogni vicinanza e storia politica. Allevatori, agricoltori, consumatori, sindacalisti, ambientalisti, rappresentanti della società civile hanno manifestato insieme a sindaci, assessori, presidenti di Regione e parlamentari di tutti gli schieramenti politici. Oltre quattromila agricoltori tutti contrari all’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada, per una mobilitazione permanente allo scopo di fare pressing anche con email bombing e tweetstorm sui parlamentari chiamati a votare nelle prossime settimane, al Senato e alla Camera, in merito alla ratifica del trattato (www.coldiretti.it #stopCETA). “Una iniziativa di sollecitazione delle forze politiche e di trasparenza per far conoscere agli italiani i comportamenti di voto dei singoli parlamentari del loro territorio su un tema destinato ad avere un pesante impatto economia, lavoro, salute e ambiente”, ha ammonito il presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo. Con lui, sul palco della mobilitazione promossa da Coldiretti, un ampio gruppo di altre organizzazioni: Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch. A sostenere la mobilitazione degli agricoltori della Coldiretti in piazza sono intervenuti i deputati Giuseppe De Cristofaro (si-sel), Giulio Marcon (si – sel), Adriano Zaccagnini (mdp), Massimiliano Fedriga (capogruppo lega nord alla camera, Francesco La Forgia (capogruppo mdp), Alfredo Dattorre (mdp), Basilio Catanoso (FI), Oreste Pastorelli (Misto-Psi- Pli), Nicola Fratoianni (SI-Sel), Nicodemo Oliverio (PD), Franco Bordo (Art.1- Mpd), Colomba Mongiello (Pd) e Giorgia Meloni (FdI-An) ed i senatori Giulio Tremonti (Gal), Monica Cirinnà (PdD), Elena Fattori (M5S), Stefano Fassina (SI-Sel) e Loredana De Petris (SI-Sel). Ma sempre dal palco sono inoltre intervenuti, anche Gianni Alemanno, già ministro delle Politiche agricole, Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro delle Politiche agricole, presidente Fondazione Univerde. Susanna Camusso, segretaria generale CGIL, Rossella Muroni, presidente Legambiente, Federica Ferrario di Greenpeace, Cinzia Scaffidi slow food internazionale Monica di Sisto di Fair Watch, Elio Lannutti di Adusbef, il presidente di Federconumatori Emilio Viafora, Luca Zaia, presidente Regione Veneto, l’Assessore all’agricoltura della Regione Lazio Carlo Hausmann e quello della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero e del Molise Vittorino Facciolla. “A quanto pare – rileva il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale – si sta creando un fronte molto compatto e trasversale, anche molti sindaci e presidenti dei consigli comunali e delle comunità collinari dell’Astigiano stanno aderendo alla nostra richiesta di esprimere la contrarietà con una delibera di giunta o di consiglio. Evidentemente tutti comprendono quanto possa essere deleterio questo trattato, manca solo l’opposizione ufficiale del parlamento nazionale”. Sarebbero tragicamente negativi secondo Coldiretti gli effetti economici e sociali del CETA, anche per il nostro territorio, a cominciare dalla salute delle persone e all’ambiente, fino alle incognite sull’economia “come la concorrenza sleale che subirebbero la nostra zootecnia e la nostra cerealicotura” rileva Cabiale, aggiungendo: “E’ di questi giorni il lancio dell’Igp Vitellone Piemontese che garantisce una carne con una salubrità senza pari in nessuna altra parte del mondo, agevolare importazioni di produzioni di bassissima qualità come quelle canadesi e con contaminazioni che in Italia non sono consentite, arrecherebbe una concorrenza e un danno che non si può nemmeno immaginare di quantificare. E la stessa cosa vale anche per la Robiola Roccaverano, per la Nocciola Piemonte e per le altre denominazioni del territorio”. In meno di una settimana, nell’Astigiano sono state emanate delibere “No Ceta” sollecitate da Coldiretti, dai Comuni di Moransengo, Cortanze, Montafia, Albugnano, Settime, Vigliano, Monale, Cinaglio, Agliano, Rocca d’Arazzo, Camerano Casasco, Cocconato, Revigliasco, Monastero Bormida, San Damiano, Castel Boglione, Villa San Secondo, Aramengo, Chiusano, Castelnuovo don Bosco. Hanno inoltre già effettuato analoghe delibere le Unione Collinari “Terre del Tartufo” (Comuni di Moncalvo, Grazzano, Penango) e “Valli Astigiane” (Comuni di Montiglio, Cunico Piea Viale).