La Regione è in prima fila per contribuire ad alleviare i problemi della disoccupazione e della precarietà. A sottolineato il presidente Roberto Cota, che è intervenuto il 17 giugno alla presentazione della ricerca “Piemonte economico e sociale 2010” dell’Ires.
“Disoccupazione e mancanza di stabilità del lavoro – ha detto Cota – sono sicuramente i due problemi più sentiti oggi sul territorio. Se la precarietà non riesce a trasformarsi in una continuità lavorativa genera insicurezza. Noi come rappresentati delle istituzioni dobbiamo attivarci perché vengano offerte opportunità di lavoro vere, con dietro una produzione. Nei limiti delle competenze regionali e delle situazione economica, abbiamo cercato di farlo varando alcune misure: il piano straordinario per l’occupazione e quello per la competitività. Presto ci saranno altre iniziative, come gli incentivi per le aziende che intendono insediarsi sul territorio assumendo lavoratori a tempo indeterminato. E ancora, sono previsti interventi a carattere fiscale, come l’esenzione dall’Irap per le aziende che assumono a tempo indeterminato persone con meno di 30 anni, di cui crediamo potranno beneficiare dai 10 mila ai 30mila giovani”.
Fra le proposte realizzate dal Piemonte per contrastare la crisi, Cota ha citato le risorse stanziate per le assunzioni nelle scuole disagiate (montane o in realtà urbane degradate), la sperimentazione della formazione professionale come parte del contratto di apprendistato, il bonus bebé, e l’azione di sburocratizzazione, altra misura che dovrebbe avere ricadute positive sull’attività delle imprese.
Dalla ricerca dell’Ires si evince che, in linea con la dinamica nazionale, l’economia del Piemonte è in lieve ripresa, sospinta dal recupero della produzione manifatturiera e grazie alla domanda estera, anche se la produzione rimane su livelli inferiori a quelli precedenti alla crisi. Flettono le costruzioni e ristagna la produzione di servizi. Continua la sofferenza occupazionale, che dal manifatturiero comincia a estendersi ai servizi e nei comparti con dinamica stagnante dei consumi. Le province più in difficoltà sul fronte del mercato del lavoro sono Torino, e in misura minore Asti e VCO. A Biella l’industria sembra aver dimostrato segnali di vitalità, ma non riesce ad arginare una situazione di forte sofferenza occupazionale. Novara sembra aver retto meglio alle conseguenze della recessione ma denuncia anch’essa una stabile eppure persistente sofferenza occupazionale. Vercelli segue l’evoluzione generale, attenuandone le accentuazioni negative. Le province con la migliore performance sono Cuneo e Alessandria, realtà che meglio stanno affrontando la crisi sotto il profilo produttivo e soprattutto occupazionale.
L’Ires ha analizzato la situazione del Piemonte anche sotto il profilo della qualità della vita. Rispetto alle altre regioni d’Italia, il Piemonte nella pattuglia di testa. E fra le province piemontesi sale Torino, premiata soprattutto dall’offerta culturale.