La prima indagine trimestrale congiunturale del 2020 realizzata da Confartigianato Imprese Piemonte è improntata, in parte, ad un moderato ottimismo, come i due precedenti sondaggi.

Per quanto riguarda l’andamento occupazionale, la positività del saldo si rafforza salendo dal 7,20% al 9,02%, mentre le previsioni di assunzione di apprendisti scendono dal 6,35% all’ 1,47%.

In merito alle previsioni di produzione totale si accresce la positività del saldo che sale dall’ 11,97% al 12,22%.

Viceversa il saldo dei nuovi ordini si riduce passando dal 6,97% al 4,03%.

Coloro che prevedono di disporre di un carnet ordini superiore ai tre mesi salgono dall’1,78% al 3,45%.

Il saldo dei nuovi ordini per esportazioni ritorna negativo scendendo dal 3,39% al -0,26%.

Coloro che prevedono di effettuare investimenti per ampliamenti salgono dal 5,35% all’ 8,98%.

Le ipotesi di investimenti per sostituzioni aumentano dall’ 8,68% al 26,76%.

Coloro che non hanno programmato investimenti scendono dal 36,50% al 30,15%; le mancate risposte scendono dal 49,47% al 34,11%.

Le stime di regolarità negli incassi salgono dal 38,65% al 68,28%; le previsioni di ritardi negli incassi scendono dal 37,80% al 20,34%.

“La tenuta delle imprese artigiane, almeno in termini di previsioni – commenta Giorgio Felici presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – è moderatamente soddisfacente. Tuttavia la diffusione del coronavirus espone l’economia mondiale e quella italiana ad un crescente rischio di rallentamento. Infatti la Cina è il terzo mercato extra UE per l’Italia. L’export verso la Cina nei settori di micro e piccola impresa (alimentare, moda, prodotti in metallo, legno e mobili, gioielleria e occhialeria) è pari al 29,8% del totale, per un valore di 3.875 milioni di euro, di cui circa 380 milioni per il Piemonte. Più in generale occorrerà capire quanto l’evoluzione della vicenda coronavirus, della definizione della Brexit e dei dazi USA incideranno sull’economia”.

“Tra gli ostacoli che le imprese artigiane devono affrontare nella loro quotidiana attività – aggiunge Felici – vi sono gli oneri burocratici. Al riguardo segnalo, a titolo di esempio, l’istituzione della ‘patente a punti’ per le imprese dell’edilizia per gestire la qualificazione delle imprese di costruzioni. Il meccanismo, previsto dal Testo Unico per la sicurezza sul lavoro, si presta ad alterare il libero mercato nel settore delle costruzioni, favorendo le grandi imprese a svantaggio di quelle piccole che in Piemonte sono quasi 50.000 con oltre 100.000 addetti. I piccoli imprenditori per primi hanno a cuore la sicurezza sul lavoro, che non si tutela con la burocrazia, ma con regole chiare ed applicabili, senza duplicazioni di competenze, con gli organismi paritetici, la formazione e l’associazionismo d’impresa che diffonde la cultura della legalità”.

La prima indagine trimestrale 2020 elaborata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte è stata realizzata sulla base di una serie di domande a cui hanno risposto telefonicamente quasi 2.300 imprese artigiane piemontesi che rappresentano un campione significativo dei principali comparti di produzione e di servizi della nostra regione.