Nel terzo trimestre 2016, il tessuto imprenditoriale piemontese ha manifestato una sostanziale stabilità rispetto allo stesso arco temporale del 2015. Nel periodo luglio-settembre 2016, infatti, sono nate 4.581 aziende in Piemonte, dato inferiore rispetto a quello registrato nel corso del III trimestre 2015 (4.960). Sottraendo le 4.057 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio), il saldo appare positivo per 524 unità (nel III trimestre 2015 il saldo era stato di +610 unità), dato che porta a 440.987 lo stock di imprese complessivamente registrate a fine settembre 2016 presso il Registro delle imprese delle Camere di commercio piemontesi.  Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del +0,12%, analogo rispetto a quello registrato nello stesso periodo del 2015 (+0,14%) e di poco inferiore rispetto a quello rilevato a livello medio nazionale (+0,27%).     “I dati del Registro imprese ci confermano una difficoltà diffusa delle imprese piemontesi a rimanere sul mercato in modo stabile e duraturo – commenta Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte -. Ancora una volta, a resistere sono le realtà più strutturate, quelle con un patrimonio aziendale più solido e una struttura economico-finanziaria in grado di offrire più garanzie per il credito. L’attenzione delle istituzioni deve quindi rivolgersi in modo puntuale a tutte le altre aziende, che rappresentano la maggioranza del nostro tessuto imprenditoriale. Le Camere di commercio sono da sempre vicine alle piccole realtà produttive che costituiscono l’eccellenza del nostro territorio, supportandole attraverso strumenti di accompagnamento all’imprenditorialità come ad esempio “Crescere imprenditori”, sostegno all’internazionalizzazione, supporto organizzativo nell’ambito della partecipazione alle più importanti manifestazioni fieristiche. E questo continueremo a fare in attesa di conoscere il testo del decreto legislativo di riforma del sistema camerale che, ad oggi, ci lascia ancora molte perplessità e preoccupazioni per il futuro”.     La stazionarietà evidenziata dalle imprese a livello regionale è il risultato di performance piatte registrate in tutte le province piemontesi. Novara e Asti hanno manifestato le dinamiche maggiormente positive: per entrambe il tasso di crescita è risultato pari a +0,17%.  Torino ha realizzato una performance lievemente superiore alla media regionale (+0,14%), mentre un dato assolutamente in linea con quello piemontese è stato registrato dal tessuto imprenditoriale vercellese (+0,12%). Cuneo, Alessandria e Verbania, con tassi di crescita rispettivamente pari a +0,09%, +0,08% e +0,07%, hanno prodotto le dinamiche positive più deboli; negativo, seppur di poco, il dato del biellese (-0,05%).     Dall’analisi per classe di natura giuridica, si osserva come, ancora una volta, siano le società di capitale (+0,56%) a realizzare il risultato migliore, seguite dalle altre forme (+0,35%). Le ditte individuali crescono a un tasso piatto (+0,09%), mentre risulta in flessione la base imprenditoriale costituita dalle società di persone (-0,14%).    Analizzando l’andamento del tessuto imprenditoriale regionale in base ai settori di attività economica emerge come, nel periodo luglio-settembre 2016, i tassi di variazione percentuale trimestrale dello stock delle imprese registrate in Piemonte appaiano debolmente positivi o stazionari per tutti i principali comparti produttivi. L’unico settore con il segno meno risulta essere quello dell’industria manifatturiera che, tuttavia, evidenzia una flessione debolissima (-0,08%). Dopo l’agricoltura e le costruzioni, che registrano un +0,07% si colloca il comparto del commercio, con un tasso di crescita pari a +0,08%. Lievemente migliori i risultati ottenuti dagli altri servizi (+0,33%) e dal turismo (+0,53%).