E’ finalmente chiaro ed indiscutibile: chi vuole  aprire un centro massaggi deve farlo solo ed esclusivamente in qualità di estetista o di terapeuta,  dopo aver conseguito i requisiti stabiliti dalle leggi (regionali e nazionali) che regolamentano entrambe le professioni.
Lo ha stabilito, senza più ombra di dubbio, un parere espresso dalla Regione Piemonte rispondendo ai numerosi quesiti avanzati dai comuni e alle contestazioni delle confederazioni artigiane.
“E’ un parere importante perché – afferma la delegata provinciale Estetica di Confartigianato Asti Margherita Rabbione–  da tempo abbiamo constatato il nascere di attività che aprivano  in assenza di verifica dell’accertamento dell’idoneità professionale e dei requisiti igienico sanitari dei locali e delle attrezzature”.
“Anche la Commissione regionale per l’artigianato – spiega Rabbione– è stata continuamente sollecitata dalle istanze provinciali che segnalavano la necessità di porre un freno a questo proliferare di attività non in regola con la normativa vigente. Ora è auspicabile che venga richiesto, a chi sta operando abusivamente, di adeguarsi, e se ciò non dovesse avvenire che si determini l’immediata sospensione dell’attività”.
Che cosa è successo in questi anni? Molti esercizi hanno aperto offrendo massaggi di vario tipo e spesso praticando tariffe estremamente concorrenziali ai centri estetici e a chi effettua massaggi terapeutici. Appellandosi al fatto di fare massaggi solo “rilassanti” hanno aperto le attività eludendo tutte le restrizioni che la legge prevede per gli operatori del settore, saltando tutte le autorizzazioni previste igienico-sanitarie che sono estremamente rigorose.
Inoltre la legge sull’estetica prevede che l’estetista possa utilizzare solo alcuni tipi di attrezzature e non altre, e permette che essa possa compiere solo alcuni tipi di massaggi sul cliente.
Le estetiste aderenti alle confederazioni si sottopongono poi a continui periodi di aggiornamento professionale proprio per garantire standard di qualità elevati.
“Finalmente con questo parere – dichiara Rabbione – la Regione ribadisce ciò che le confederazioni artigiane – che rappresentano 2.266 centri estetici che annoverano quasi 4.000 addetti – sostengono da anni: qualsiasi tipo di massaggio, intervenendo sul corpo umano, può causare danni alla salute e pertanto deve essere eseguito solo ed esclusivamente da personale la cui competenza professionale sia riconosciuta dalle leggi vigenti”.
La Regione Piemonte chiarisce, quindi, che sono due le tipologie di massaggi che possono essere svolte: estetica e terapeutica.
Chiunque pratichi un massaggio che non abbia le caratteristiche del trattamento terapeutico deve pertanto rifarsi alle normative nazionali e regionali che disciplinano le attività di estetica.
Il percorso professionale per diventare estetista è estremamente rigoroso.
I requisiti si possono ottenere con un periodo di lavoro (3 anni come lavorante qualificata e 5 come apprendista) seguito da un corso di 300 ore, oppure 1800 ore di corso base più 900 ore di specializzazione.
Che cosa succederà ai centri massaggi già aperti? Dovranno adeguarsi alla normativa prevista per le due attività e le confederazioni artigiane hanno già richiesto l’attuazione di controlli su quelle aperte in questi anni senza i requisiti previsti, e in tal senso si confronteranno a settembre in un incontro stampa alla presenza della Regione Piemonte e degli organismi preposti ai controlli.
Sì al libero mercato ma nell’alveo delle norme che devono valere per tutti gli operatori.