C’è la solita grande attesa per la “Fiera del Rapulé” che da venerdì 19 a domenica 21 ottobre accoglierà a Calosso migliaia di partecipanti che trasformeranno il paese in una enorme festa dedicata alla tradizione e all’enogastronomia. Alle ore 19 di venerdì è prevista l’apertura delle diverse mostre artistiche e del lungo percorso enogastronomico che parte da piazza S. Alessandro: un viaggio attraverso 24 tappe golose che permetteranno di gustare i piatti della cucina tipica monferrina accompagnati dai vini dei produttori del paese; un “sentiero” per scoprire i tanti “crutin”, gli anfratti scavati nel tufo caratteristici di molte case del centro storico che offrono anche il nome alla moneta di scambio, necessaria per tutti gli assaggi. Sabato 20 ottobre il percorso apre alle ore 18 e si chiude, come il giorno precedente, alle ore 24. Domenica  21 ottobre, dalle ore 11, si apre il percorso per il pranzo ed inoltre il programma prevede la S. Messa del Beato, il Mercatino del Rapulé per le vie del centro e, alle ore 16, la tradizionale pigiatura delle uve (i rapulin) con i piedi e l’elezione di Miss Rapulera e Mister Rapulé. Questa fiera di carattere regionale che si svolge in una delle cosiddette core zone dell’Unesco, è ormai tra i grandi eventi annuali che animano l’autunno in Monferrato e propone anche spettacoli artistici di strada e momenti di musica. Come sempre, organizzatissima la logistica: a disposizione parcheggi gratuiti a Santo Stefano Belbo, Piana del Salto, San Bovo e Via Orto Peschiera, collegati al paese con bus navette (costo 1 euro per andata e ritorno). Previsti parcheggi anche per camper e roulotte. Info: www.fieradelrapule.it; www.comune.calosso.at.it.

Nel 2014 l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità I Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato. Il territorio di Calosso, nella quasi totalità della sua superficie, è inserito con i suoi vigneti nella Componente 5: Canelli e l’Asti Spumante; e non poteva essere diversamente per un paese che vanta il primato di avere più del 90% della sua superficie coltivata a vite, e che già a metà del 600 eccelleva nella produzione del Moscato, tanto che questo prezioso nettare, come attestato da molti documenti dell’epoca, arricchiva la tavola di Madama Cristina, moglie di Carlo Emanuele I, e di molti nobili torinesi.
Ma già in epoca medioevale, come si può notare anche dalla miniatura del “Codex astensis”, il territorio di Calosso era caratterizzato dalla coltivazione della vite e dalla produzione del vino: un popoloso agglomerato collinare sormontato da un massiccio castello con torre d’avvistamento, completamente coltivato a vite, dove sono anche ben visibili alcuni “crotin” per la conservazione del vino.

Le proposte del Rapulé vogliono essere anche un incontro tra il vino e la cucina tradizionale che ancor di più quest’anno abbiamo voluto radicata sul territorio e legata alla produzione locale, che vuol dire anche “il rispetto del lavoro del produttore di alimenti, il riconoscimento del lavoro dei contadini, la sostenibilità sociale ed ecologica, l’instaurazione di un mercato equo e solidale e, all’inizio dei processi, l’affermazione della proprietà comune dei semi e la destinazione della terra a quanti la lavorano” (Enzo Bianchi).
Quindi pensando al vino e alla cucina come fatti culturali, le proposte artistiche e musicali che quest’anno ci accompagneranno vanno dai gruppi musicali che ci deliziavano sui balli a palchetto durante le feste di paese, come le melodie tradizionali del gruppo itinerante Balacanta o quelli dei Colibrì, del Sixties and more, di Pino e gli amici e altri gruppi, che si mescolano alle atmosfere che troviamo nei canti e suoni di altre terre lontane proposti dal trio Lou Tente and the CamelToes o dal gruppo Milf (musica incredibilmente lunga, fuori), del Dodo blues, del Basso Profilo, e del Porco Duo, per finire col grande concerto di Marco Soria e Marica Canavese che con Amemanera hanno portato alla conoscenza di un vasto pubblico, con concerti in Italia e all’estero, la ricchezza della musica popolare piemontese.

Tra le novità della 19^ edizione del Rapulè c’è da segnalare il concerto di fisarmoniche dell’ASE’ –Accordion Suzuki Ensemble, la prima orchestra di fisarmoniche nata ad Asti all’interno della metodologia Suzuki, che la rappresenta in tutto il mondo, composta da bambini di età compresa tra i 5 e i 12 anni; nonché il concerto lirico degli artisti dell’Opera & Ballet di Locarno: si esibiranno all’aperto nelle arie più conosciute del repertorio operistico italiano.
Tra le proposte artistiche segnaliamo i Paesaggi sensibili di Giancarlo Ferraris, il noto artista canellese che espone per la prima volta a Calosso, e il ritorno di Marisa Garramone con le opere ispirate al territorio del Monferrato.

Vengono riproposte anche due iniziative che hanno riscosso notevole successo la scorsa edizione: il laboratorio artistico dell’artista calossese Federica Cagnotto e la mostra-animazione del fotografo-panettiere Franco Rasulo: i suoi reportage sui colleghi panettieri di ogni parte del mondo, non sono soltanto un omaggio agli uomini che praticano ancora questo mestiere, ma un inno alla fatica e alla dolcezza di chi ogni giorno col proprio lavoro continua a perpetrare questo lavoro che rappresenta uno degli elementi primari del sostegno umano (grano-vite-ulivo-acqua). Allora, nella mostra allestita nei locali della vecchia farmacia, con la fantasia di Franco il pane diventa medicina e la poesia che l’accompagna viatico per l’anima.
Debutta nell’astigiano una interessantissima mostra-laboratorio di Renato Priolo: dal titolo: …Perché il vino non è solo una cosa da grandi. Balocchi in legno per capire che il vino è cultura del territorio.