Forse conforterà qualche astigiano sapere che la sua provincia di residenza è prima in classifica per il carovita più basso d’Italia, almeno stando alle rilevazioni del Sole 24 Ore, uscite lunedì scorso in maniera offuscata dalla ben più rutilante manovra Monti. Asti guadagna sei posti rispetto al 2010 nella graduatoria generale della qualità della vita, salendo al (mediano) numero 53 (su 107 province). I parametri considerati dagli esperti sono: tenore di vita, servizi ambiente, affari e lavoro, popolazione, tempo libero, ordine pubblico. Ognuno di questi si declina in vari indicatori, dove la nostra (abolenda?) provincia risulta per lo più in mediocri postazioni, tranne i picchi della già menzionata scarsa inflazione (prima con lo 0.98%) e della rapidità della giustizia (cause evase su nuove più pendenti), dove merita un eccellente quinto posto. Forse è per il carovita così basso che gli astigiani sono al 14° posto per consumi pro capite di veicoli, elettrodomestici, mobili, pc?
Sdrucciola invece ad una poco onorevole posizione numero 88 per variazione dell’andamento dei delitti (in senso lato), ma si piazza bene (21°) per la presenza di immigrati regolari in percentuale sulla popolazione e per la scarsa variazione  della percentuale della quota giovanile sulla popolazione nell’ultimo decennio.
In generale, tra le province piemontesi si vive meglio nel Cuneese (ventesimo posto), Verbano (al 39°), Novarese (48°), Torinese (51°). Gli astigiani non risultano essere grandi lettori, preferiscono il cinema e per bar e ristoranti in rapporto agli abitanti si piazzano al 56° posto; ancora basso l’indice di sportività (90°).
Il sindaco del capoluogo Giorgio Galvagno tiene a precisare che il basso posto in classifica nel settore “ordine pubblico” è dovuto non alla città di Asti, dove i crimini sono diminuiti: “E’ in provincia che si registra un numero maggiore di furti”, dice. Gli fa eco il vice Sergio Ebarnabo: “La maggiore sicurezza deriva dalla dotazione delle telecamere, aumentata negli ultimi tempi”.
Una piccola sorpresa nel settore affari e lavoro: Asti è in 19° posizione per numero di imprese registrate rispetto alla popolazione, mentre per occupazione femminile e giovanile raggiunge  soltanto il 40°.  Potrebbe far meglio in campo ambientale urbano: l’indice Legambiente la vede alla 71° posizione, a pari merito con Benevento. Benino la sanità: il suo tasso di emigrazione ospedaliera la colloca al 36°.
Ma il numero uno in classifica generale della blasonata Bologna resta irraggiungibile.

Silvia Cotto