Sarà Agrigento la Capitale della Cultura 2025. Asti non ce l’ha fatta. L’annuncio è stato dato poco fa dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

Asti era rientrata nelle dieci città- selezionate e martedì aveva presentato a Roma il proprio progetto con una delegazione capitanata dal sindaco Maurizio Rasero e dall’assessore alla Cultura Paride Candelaresi.

“Avevamo trenta minuti esatti per presentare Asti e trenta minuti per rispondere alle domande della commissione. Abbiamo fatto una presentazione seria, solida, istituzionale ma anche accompagnata da una forte valenza poetica. Rispetto ad altre audizioni, noi abbiamo portato sul palco un vero e proprio show, con tre elementi di novità. Innanzitutto ci siamo presentati sul palco in gruppo, anziché a turno. Il colloquio ha poi preso il via, con il sindaco che ha iniziato a parlare della nostra terra – così ci ha spiegato la presentazione l’assessore -. A quel punto io ho portato la seconda novità, ovvero uno scrigno di legno con all’interno un piccolo tesoro, la terra delle nostre colline; l’ho aperto davanti al presidente della commissione e Vittoria gli ha mostrato un piattino contenente alcuni semi; il sindaco lo ha poi invitato a piantare alcuni semi nella nostra terra. Durante l’intervento è stato anche lanciato il video di presentazione di Asti. A seguire, Buratti ha affrontato il tema delle linee filosofiche alla base del progetto, accompagnata dal terzo elemento di novità, ovvero un’arpa come sottofondo al suo discorso. Conti ha poi raccontato il metodo e Daneo ha tratteggiato i progetti più paradigmatici per il palinsesto ipotetico del 2025. Subito dopo è stato mostrato il secondo video, contenente i contributi di alcuni personaggi astigiani o amici di Asti, che ci hanno voluto supportare, anche solo con un “in bocca al lupo”. Sono poi intervenuto io, affrontando i temi di budget e “governance”. Infine, la studentessa Lo Vullo ha portato la sua idea di Asti e la sua visione del futuro. È poi iniziata la seconda mezz’ora, nella quale ci sono state fatte diverse domande. Questo è il momento più difficoltoso per le città in gara, perché è una fase molto tecnica, nella quale bisogna rispondere in maniera tanto precisa, quanto concisa. L’onore della chiusura è andato al presidente Cirio, che ha fatto un intervento molto incisivo, appassionato e coinvolgente, parlando in prima persona, a sottolineare un sentito senso di appartenenza. Abbiamo poi lasciato parlare l’arpa per un paio di minuti. In sala c’era Galvagno che, a tratti commosso, affettuosamente ha girato alcuni video amatoriali del momento”.