Dopo Palazzo Ottolenghi, con grande soddisfazione, dopo anni di progettazione e autorizzazioni di vari enti, in primis  della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, il sindaco Rasero e il Vicesindaco Morra annunciano che iniziano anche i lavori al Museo di Sant’Anastasio, inserito nel Piano Strategico denominato “Asti: vino e cultura”.

L’Amministrazione Comunale, nei programmi di salvaguardia e valorizzazione del proprio patrimonio storico-artistico, ha da tempo inserito il recupero del complesso architettonico costituente il Lapidario ora Museo di Sant’Anastasio, polo museale di elevato interesse artistico e culturale in quanto interessante convivenza dei resti architettonici della chiesa romanica di Sant’Anastasio, dell’omonima cripta di epoca carolingia, e dei reperti lapidei medievali provenienti da varie epoche, dal periodo romano al medioevo.

La storia di quello che è stato denominato “Museo Lapidario”, ora “Museo di Sant’Anastasio”, inizia nel 1972 quando un gruppo di Astigiani del gruppo Ricerche Astigiane decise di rendere visitabile la cripta e creare un primo spazio museale.

I locali oggetto di intervento sono di proprietà comunale, e la destinazione d’uso, ad opere concluse, sarà museale ed espositiva ed andrà a completare definitivamente il nucleo delle sale costituenti il Museo di Sant’Anastasio.

La realizzazione degli interventi in progetto, riferisce il Vicesindaco Stefania Morra con delega ai Lavori Pubblici e al Progetto Vino e Cultura, porterà al completamento di un museo, con l’ampliamento della superficie espositiva ed il collegamento con l’area adibita a deposito archeologico e laboratorio di restauro dei reperti.

Nei nuovi locali verranno esposti i “reperti” costituenti il Museo Archeologico oggi allestiti nel complesso monumentale di San Pietro e tutta la collezione egizia sempre ivi esistente. Le collezioni in esposizione saranno integrate con parte dei reperti oggi depositati nel magazzino archeologico del Museo e con alcuni “materiali” che verranno trasferiti ad Asti dai magazzini dei Musei Reali di Torino e dai depositi del Museo diocesano di Asti.

Degno di nota il fatto che nel nuovo allestimento, che va ad integrare e completare quanto già esposto, verrà dato particolare risalto alla sezione egizia con l’esposizione, tra gli altri importanti reperti, di un sarcofago femminile particolarmente raro e prezioso per la decorazione e denominato “La Signora delle Ninfee”.

Gli interventi previsti consistono nel restauro conservativo di tutte le murature in mattoni a vista di pareti e volte , riqualificazione funzionale, adeguamenti alla normativa vigente, opere varie edili e impiantistiche per l’eliminazione di tutte le tubazioni impiantistiche a vista con rifacimento e posizionamento sotto pavimento, Restauro conservativo reperti archeologici 

Soddisfatto il sindaco Rasero: “un ulteriore intervento che permette di accrescere e consolidare la funzione attrattiva del Polo museale a livello locale e non solo, con lo scopo di potenziare la già ricca e qualificata offerta turistica astigiana”.

L’importo complessivo dei lavori ammonta ad € 1.292.362,94, i lavori sono stati consegnati il 5 dicembre, avranno una durata complessiva di 600 giorni.

I lavori sono stati affidati a due ditte locali: BELLIO LIBERO di San Paolo Solbrito e NICOLA RESTAURI SRL di Aramengo