Nuove opportunità per la gestione forestale sostenibile e la valorizzazione dei servizi ecosistemici del patrimonio boschivo degli enti ecclesiastici. E’ questo il tema del progetto pilota Oxygen Map che verrà presentato lunedì 23 ottobre, alle 16, all’università di Asti. Si tratta di un’iniziativa organizzata dagli Istituti Diocesani per il Sostentamento del Clero di Asti e Tortona e finanziata dal programma di sviluppo rurale del fondo europeo della Regione Piemonte .

A moderare la tavola sarà Gianluca Ravizza, direttore di Atima. Il progetto verrà presentato da don Claudio Berardi, dell’ Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Asti; quindi interverranno Raffaella Marzano, dipartimento Difasa Unito che parlerà di gestione forestale sostenibile e valorizzazione dei servizi ecosistemici: approccio integrato dalla scala di paesaggio al popolamento e Marco Allocco che relazionerà sull’analisi comparata dei diversi sistemi di certificazione forestale. 

Si tratta di un progetto pilota unico nel suo genere e che prevede la creazione nel territorio di Asti di uno sportello Omap, riferimento regionale, per gli enti ecclesiastici che vogliano portare a reddito i loro boschi, nel rispetto del regolamento forestale e anche con un approccio sostenibile. 

“Il progetto pilota prevede inoltre anche la mappatura di tutte le proprietà boschive ecclesiali del Piemonte – spiega don Berardi -. Inoltre avremo un drone a disposizione che servirà per il monitoraggio e controllo dei boschi”.

Parliamo di un progetto, unico nel suo genere in Italia e che terminerà nel novembre 2024.

“Abbiamo i contributi per fare un piano forestale aziendale che possa dire cosa abbiamo nei nostri boschi ma anche come utilizzarlo al meglio sia a livello naturalistico che economico – aggiunge don Berardi -. Poi con il dipartimento Disafa dell’Università di Torino istituiremo anche una borsa di studio destinata a un loro professionista che creerà uno studio delle nostre proprietà per indicare come il bosco si è comportato in questo ultimo secolo attraverso immagini fotografiche del passato e del presente e sensori nei boschi”.

Un anno di lavoro che verrà immortalato in un documentario. Ma il progetto prevede anche una sperimentazione che in Italia è una vera rarità. Si tratta di cerare 30 ettari di bosco (15 legati all’Idsc di Asti e 15 all’Ids di Tortona) che verranno messi a sistema con i carbon credit. Cioè verrà aumentata la capacità dei due boschi di assorbire più Co2, un “plus” che potrà essere venduto ad altre aziende che usano Co2 per compesarne l’emissione (il sistema dei carbon credit appunto). Si tratta di un progetto importante, che vede la nostra Diocesi, assieme a quella di Tortona, capofila a livello nazionale e che potrebbe essere allargato anche ad altre realtà italiane.