Il Parco Paleontologico Astigiano ha presentato alla Regione Piemonte la manifestazione di interesse per il riconoscimento ufficiale di 16 nuovi Geositi, di cui 12 in provincia di Asti, 2 in provincia di Alessandria e 2 in provincia di Torino.
Non si tratta di un semplice adempimento burocratico, ma di un’azione dal forte valore simbolico e culturale: restituire al territorio la sua identità paleontologica, scolpita da milioni di anni di storia e ancora oggi leggibile nei paesaggi che ci circondano.
Protagoniste della candidatura sono gli affioramenti paleontologico delle celebri “Sabbie di Asti”, sedimenti di un mare poco profondo del Pliocene (tra 5,4 e 2,6 milioni di anni fa), che custodiscono numerosi fossili marini. Tra i siti più significativi si ricorda quello di Cortiglione, un tempo utilizzato come cava e dal 2010 trasformato dal Parco in un’aula didattica all’aperto visitata ogni anno da migliaia di studenti.
Questi affioramenti costituiscono un patrimonio scientifico e culturale di rilievo internazionale, fondamentale per lo studio dell’evoluzione degli ambienti marini e di diverse specie animali. Alcuni siti hanno restituito reperti unici, come i fossili di cetacei provenienti da Vigliano (Valmontasca), Settime e Moleto: tra questi, la balena più antica del Mediterraneo.
La candidatura rappresenta la sintesi di anni di lavoro del Parco Paleontologico: raccolta dati, catalogazione dei fossili, attività di divulgazione con le scuole, iniziative pubbliche e progetti di valorizzazione del patrimonio locale. In particolare il Parco ha sviluppato il tema della valorizzazione dei Geositi con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando Next Generation You. Sono state realizzate 15 bacheche con i relativi pannelli espositivi e dislocate nei punti di ritrovamento di reperti significativi o di affioramenti particolari.
Il riconoscimento dei Geositi è previsto dalla Legge Regionale 23/2023, che promuove tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio geologico piemontese, e rientra nell’Inventario Nazionale dei Geositi coordinato da ISPRA, strumento strategico per la conservazione e la pianificazione del territorio.
Se approvata, la candidatura aprirà un percorso concreto di valorizzazione turistica ed educativa: un vero e proprio museo a cielo aperto di paleontologia e geologia, capace di rafforzare la rete dei Geositi e diventare motore di sviluppo locale oltre che custode della memoria scientifica.
Un primo importante risultato è già stato raggiunto: i “Fossili pliocenici di Valle Botto” figurano tra i 23 Geositi prioritari della Regione Piemonte, unico sito selezionato per l’ambito paleontologico.
“Il riconoscimento dei Geositi non è solo una tutela,ma una grande opportunità” sottolinea Graziano Delmastro direttore del Parco, “ valorizzare il nostro patrimonio paleontologico significa investire sul futuro del territorio”.