Sarebbe opportuno realizzare e gestire la manutenzione delle opere pubbliche necessarie per difendere famiglie, imprese e patrimonio culturale da frane e alluvioni”. “Purtroppo, però, s’investe sempre meno in prevenzione, messa in sicurezza e ripristino – sottolinea Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – nel corso degli ultimi anni, infatti, l’economia italiana ha registrato una caduta degli stanziamenti pubblici, situazione che rende il territorio più vulnerabile alle conseguenze dei cambiamenti climatici come ogni volta, purtroppo, viene evidenziato dopo gli effetti disastrosi delle ondate di maltempo”.

La conferma arriva da una recente analisi di Confartigianato Imprese sulla spesa nazionale per investimenti contro il dissesto. Questa è passata da 49,9 miliardi di euro del 2010 (valutata in media triennale) a 35,4 miliardi di euro del 2017, con una riduzione del 14,5 miliardi, pari al -29,1%. Nel confronto internazionale l’Italia è ultima in UE per peso degli investimenti pubblici sul PIL. Una soluzione auspicabile sarebbe quella del rafforzamento dei maggiori investimenti pubblici.

“Il dramma che i nostri territori stanno vivendo in queste giornate, conferma ancora una volta le criticità e le fragilità che contraddistinguono la nostra Regione sotto il profilo ambientale ed infrastrutturale – conclude Felici.  La politica non se la può cavare ancora una volta con le solite promesse che durano giusto il tempo di una campagna elettorale. Occorre un forte investimento per mettere in sicurezza i nostri territori e il nostro sistema stradale e autostradale. Evidentemente la tragedia del Ponte Morandi nulla ha insegnato e dobbiamo prendere atto che in Piemonte ponti e viadotti crollano e si aprono voragini nelle strade come nei film apocalittici. Che cosa deve ancora accadere, affinché si garantiscano controlli affidabili sulle nostre infrastrutture? La politica deve interessarsi delle nostre autostrade non solo quando si tratta di piazzare i propri uomini nei cda delle società gestori. Si proceda ad un puntuale monitoraggio delle criticità della rete autostradale piemontese, si ponga fine rapidamente alla vergogna dell’incompiuta Asti-Cuneo e si torni ad investire in infrastrutture”.

Per Confartigianato Imprese Piemonte, quindi, risultano fondamentali non solo efficaci sistemi di allertamento ma anche e soprattutto una corretta pianificazione territoriale, interventi strutturali, manutenzione delle infrastrutture, in un’ottica di salvaguardia della sicurezza delle persone e delle realtà produttive.

“Il crollo della Torino-Savona mette ko le imprese artigiane dell’autotrasporto che devono  transitare in Liguria tra mille ostacoli, viabilità modificata, ponti a rischio e strade impercorribili – afferma Aldo Caranta, Presidente degli autotrasportatori artigiani del Piemonte – il tutto in un momento in cui il comparto del trasporto su gomma viene penalizzato dalle politiche fiscali, per esempio il taglio ai rimborsi delle accise. Oggi l’autotrasportatore prima di accendere i motori deve guardare le previsioni del tempo, sperare che le strade siano percorribili e che i ponti reggano. Uno scenario da Terzo mondo.”