La Regione Piemonte ha finora stanziato 10 milioni per la ricerca legata al Covid e con il bando Infra-P ha già finanziato 10 progetti presentati da laboratori pubblici. Inoltre, conta di proseguire il finanziamento del settore con ulteriori risorse da reperire nell’ambito della prossima programmazione dei fondi europei e del Pnrr.

A fare il punto della situazione è stato l’assessore alla Ricerca Covid Matteo Marnati, con il rettore dell’Università del Piemonte orientale Gian Carlo Avanzi, il vicerettore dell’Università di Torino Alessandro Vercelli, e la vicerettrice del Politecnico Laura Montanari. I tre Atenei piemontesi sono stati infatti fra i principali beneficiari dei contributi, su progetti molte volte in collaborazione fra loro o con altri enti, come l’Istituto Zooprofilattico e le aziende sanitarie.

Due le linee di finanziamento: una riguardante il potenziamento delle tecnologie e dei laboratori e della stessa ricerca finora finanziata con tre milioni complessivi, e una per la sperimentazione a livello industriale della nuove soluzione individuate dai centri universitari, quest’ultima finora finanziata con 3,6 milioni. Altri progetti sono in arrivo e saranno finanziati probabilmente entro fine agosto.

“Tutto questo – ha affermato Marnati – andrà a rafforzare il sistema sanitario piemontese, servirà per salvare persone, migliorare le cure e la qualità della vita. Il Piemonte vuole vuole essere una Regione di eccellenza in questo campo. Guardando la programmazione europea 2021-27 e il Pnrr le risorse sono molte: il nostro obiettivo è riuscire a intercettarle. Investiamo, e investiremo, nella ricerca insieme ai nostri atenei, centri di ricerca e imprese, con un modello che punta a lavorare in squadra e unire le forze contro le malattie”.

I progetti finanziati spaziano dai nuovi caschi per la ventilazione che consumano meno ossigeno di quelli tradizionali a parità di supporto dato alla respirazione del paziente realizzati dall’Università del Piemonte Orientale, ai test molecolari salivari messi a punto dall’Università di Torino con lo Zooprofilattico, dagli studi sull’aerosol fatti dal Politecnico con l’obiettivo di prevenire l’infezione del virus a quelli che coinvolgono Università e Asl Città di Torino per l’applicazione di modelli matematici innovativi sullo studio delle varianti.