Le riflessioni del vescovo Marco Prastaro a poche ore dall’arrivo ad Asti del Santo Padre che sarà in città sabato 19 e domenica 20.

A poche ore all’arrivo di Papa Francesco, l’eccitazione è molto alta. La macchina organizzativa ha dovuto muoversi con grande rapidità per i tempi brevi, ma la fiducia e la collaborazione fra tutte le istituzioni coinvolte ha permesso di lavorare velocemente e serenamente. Ci pare che tutto ormai sia pronto.

Nell’aria della città “si sente” l’imminenza di questo incontro tanto atteso. Ogni persona, in fondo, sente che Papa Francesco gli appartiene e che sia “uno di noi”.

Nella giornata di domani abbiamo tutti preso il serio impegno di rispettare la forma privata e familiare della sua visita. D’altronde quale altra città nel mondo potrebbe vantare questa peculiarità di essere il luogo in cui il Papa si sente nella sua famiglia e può muoversi liberamente?

Domenica sarà invece il grande abbraccio con la comunità astigiana. Il Santo Padre mi ha confidato che proprio desiderava, dopo l’incontro con i suoi parenti, incontrare la grande famiglia astigiana. Ecco perché, nonostante la fatica che ciò richiede, ha accettato con gioia di fare un lungo tragitto sulla papamobile prima di celebrare la Santa Messa in Cattedrale.

Così, sono certo, sarà contento della sorpresa che gli faremo col saluto che i bambini con le loro famiglie gli daranno alla sua partenza allo Stadio comunale.

Per la nostra comunità cristiana avere fra noi il Papa è anche un momento importante nel cammino della nostra fede. Il santo Padre ci confermerà nella fede, quella fede che ci fa sentire amati da Dio e ci rende fratelli con tutte le persone. Una fede che ci spinge a portare la gioia del Vangelo a tutti e che ci sollecita a costruire con impegno un mondo di pace e di giustizia.

La sua presenza fra noi sia allora anzitutto ritornare al fondamento della nostra fede, che altro non è se non Gesù Cristo l’unico salvatore del mondo. La fede, infatti, non è primariamente un insieme di idee, né tantomeno un insieme di precetti morali, ma è anzitutto una relazione d’amore con la persona di Cristo risorto e vivo in mezzo a noi. E noi possiamo continuamente tornare al fondamento della nostra fede perché abbiamo la Parola di Dio, perché celebriamo l’Eucarestia, perché il Ministero Petrino ci tiene uniti alla Tradizione Apostolica, perché la fraternità che viviamo nelle nostre comunità è il segno che Gesù è presente fra noi, perché i poveri, che sono “la carne di Cristo”, sono parte importante delle nostre comunità. La conferma poi della nostra fede non può che renderci ancora più coraggiosi nell’impegno di annuncio del Vangelo, nell’essere missionari nel mondo, nel farci vicini ad ogni persona che incontriamo soprattutto con chi è nel bisogno.

In questo tempo così complesso e faticoso per la Chiesa e per il mondo intero, la presenza del Pontefice che ci conferma nella fede, sia per noi un’iniezione di coraggio e positività: siamo sempre più convinti che con Gesù la vita è tutta un’altra cosa, perché con Lui “sempre nasce e rinasce la gioia”.

Nella speranza che l’impegno profuso perché molte più persone possibile possano “vedere il Papa” – fosse anche solo mentre passa sulla papamobile – invito tutti in queste ultime ore che ci separano dall’incontro a pregare perché i frutti dell’incontro possano essere abbondanti e positivi per tutti.

Vi abbraccio, in attesa di abbracciare con voi Papa Francesco.

+ Marco