Sono attesi per domenica 18 ad Asti gli agricoltori che da giorni stanno protestando in mezza Italia e in mezza Europa. I trattori saranno in presidio fino a martedì. Dopo le proteste che li hanno visti protagonisti anche a Torino, Alessandria e Sanremo, domenica appunto arriveranno in piazza d’Armi (piazza Cosma Manera) dove si fermeranno dal mattino alla sera. Le previsioni parlano di 200 trattori parcheggiati. Lunedì il sit in continuerà, ma dalle 15 i manifestanti daranno vita a un corteo con i trattori che si snoderà tra Delle Corse, viale al Pilone, corso Alessandria, via Maggiora, rotonda via Caboto, con ritorno in piazza d’Armi. Martedì 20 febbraio oltre al consueto presidio dalla mattina alla sera alle 14.30 i manifestanti a piedi si recheranno in piazza Alfieri per un comizio sotto la Prefettura. Nel pomeriggio è previsto l’incontro con il prefetto Claudio Ventrice a cui saranno consegnate le richieste degli Agricoltori Autonomi.

Ecco i motivi della protesta

“In Italia c’è un emorragia continua di aziende agricole, nell’ultimo anno hanno chiuso i battenti soltanto in Piemonte  4.968 aziende agricole (-10,8%). Siamo scesi in piazza con i nostri trattori, che sono i nostri mezzi di lavoro, per dire basta a questa lenta morte del comparto agricolo. Basta a politiche agricole scellerate: devono incentivare e sostenere l’agricoltura invece di penalizzarla concentrando in poche mani enormi risorse economiche a scapito dell’Agricoltura più piccola e diffusa. Basta con l’importazione indiscriminata di generi alimentari che non rispettano le nostre regole sanitarie e di coltivazione facendo concorrenza sleale alle nostre produzioni. Basta con lo strapotere di chi ci impone prezzi al di sotto dei costi di produzione affamandoci. Basta con chi non è più in grado di rappresentarci e mantiene il controllo sulle nostre aziende attraverso pratiche burocratiche infinite onerose e inutili – scrivono gli agricoltori autonomi -. Avete provato a farci passare come i distruttori della terra, avete provato a zittirci con le deroghe e avete provato a dividerci e infangarci con la storia dei pesticidi, come li chiamate voi. Ma non ci fermiamo. Non sono deroghe o molecole chimiche che ci interessano”.

E ancora: “Il vero contadino ama la sua terra e la tutela, va sostenuto e incentivato a produrre prodotti tipici locali difendendo la biodiversità dei suoi terreni. Bisogna ridurre al minimo lo spreco alimentare e il consumo intensivo delle risorse minimizzando gli spostamenti delle derrate alimentari”.

In generale vogliono modificare le politiche nazionali sull’agricoltura e chiedono

• STABILITA’ DEI PREZZI DI VENDITA E ACQUISTO. No agli abusi di posizione dominante che non garantiscano la tutela di un prezzo DIGNITOSO all’agricoltore, quindi un reddito giusto e paragonabile ad altri settori produttivi. Aiuti fiscali per contrastare l’inflazione e il caro vita

• REVISIONE DELLA PAC. No alle politiche eccessivamente restrittive (revisione del ‘Green deal’ europeo) a discapito della produzione agricola e della produzione di cibo per i consumatori. Siamo il primo e a volte l’unico baluardo per la salvaguardia dell’ambiente e del territorio

• TRACCIABILITA’ DELLE PRODUZIONI PER LA SICUREZZA DEI CONSUMATORI. Più controlli sull’importazione di prodotti agricoli da Paesi in cui non sono in vigore gli stessi nostri regolamenti produttivi e sanitari

• SEMPLIFICAZIONE. Il 40% del lavoro degli agricoltori è volto agli adempimenti burocratici, a scapito della vera produzione per le proprie attività

• ABOLIZIONE IMMEDIATA DEI VINCOLI E DEGLI INCENTIVI PER NON COLTIVARE. Eliminazione dell’obbligo di non coltivare il 4% dei terreni; revisione dei vincoli di rotazione (più flessibilità e adeguamento alle condizioni climatiche); eliminazione di ogni forma di contributo per disincentivare la coltivazione

• CONTENIMENTO FAUNA SELVATICA. Lo Stato deve rispondere puntualmente e in tempi rapidi ai danni diretti e indiretti della fauna selvatica. Soprattutto deve evitare catastrofi come la peste suina i cui danni ricadono soprattutto sugli allevatori e sul mondo rurale

• DISINCENTIVARE IL CONSUMO DI TERRENI per strutture non agricole (fotovoltaico e agrivoltaico)

• CONTRATTI DI FILIERA impegnare i fondi previsti per l’Italia esclusivamente per i piani di sviluppo alle aziende agroindustriali che con contratti di filiera si impegnano solo per le produzioni agricole italiane; più potere nella determinazione della maggiorazione di prezzo per aderire alle filiera

“Ribadiamo inoltre che la nostra è una protesta apolitica, nel pieno rispetto della legalità, non contro qualcuno, ma per tutti: per salvare le nostre aziende, per il futuro delle nostre famiglie e per garantire cibo sano e italiano sulle tavole – concludono -. Non vigliamo deroghe e cambiamenti”.