Si è chiusa in maniera ancora interlocutoria la riunione svoltasi stamattina ad Alessandria tra la rappresentanza dei sindaci dell’Asl, presieduta dal primo cittadino di Asti, Fabrizio Brignolo, con i responsabili del 118, Bono e Lombardi, cui ha partecipato anche la direttrice dell’Asl Ida Grossi, sulla riorganizzazione del servizio di trasporto degli ammalati e infortunati in caso di emergenza. I responsabili del servizio hanno messo sul tavolo una nuova proposta che ha il pregio di non ridurre la quantità di mezzi impiegati, ma li distribuisce in maniera diversa, aumentandoli di giorno e riducendoli di notte. In base al nuovo schema operativo saranno impiegati per le emergenze anche i mezzi che attualmente sono utilizzati solo per i trasporti di pazienti degenti del Cardinal Massaia allorché vengono portati presso altre strutture ospedaliere. I dati statistici evocati dai responsabili del 118 dimostrerebbero il fatto che sono molte di più le emergenze nelle ore diurne rispetto a quelle notturne e questo indurrebbe la rimodulazione (da quattro ambulanze di giorno e quattro di notte, a cinque di giorno e tre di notte). I sindaci presenti all’incontro hanno tuttavia chiesto di poter approfondire le informazioni e i dati prima di pronunciarsi nel merito, continuando a manifestare il timore che il periodo notturno possa non essere coperto a sufficenza. Nei prossimi giorni tramite l’Asl saranno quindi forniti i numeri relativi a tutto il territorio regionale, anche al fine di comparare il livello di copertura praticato nelle altre province con quello proposto per Asti. Solo dopo questo esame ci sarà un nuovo confronto tra amministrazioni comunali e servizio di emergenza. Oltre agli aspetti relativi alla risposta alle emergenze, vi è anche una preoccupazione legata al fatto che Croce Verde e Croce Rossa che gestiscono il servizio in provincia di Asti, utilizzando molti volontari (ed è proprio l’impiego di personale volontario che consente di ridurre il costo per il sistema sanitario) potrebbero avere serie difficoltà a riconvertire un assetto organizzativo consolidato da anni. I sindaci astigiani hanno inoltre chiesto che sia tenuta in considerazione la nostra provincia come territorio in cui avviare prioritariamente il previsto servizio di “auto medica”, ricordando che il fatto che la direzione del servizio è stata collocata ad Alessandria per l’intero quadrante sud orientale della Regione, non deve trasformarsi in un minor livello di attenzione per la nostra provincia che, tra l’altro, presenta un territorio collinare con strade tortuose e di lenta percorrenza.