Continuano i controlli dell’Asl AT sulla tossoinfezione alimentare che in questi giorni sta emergendo nell’Astigiano e in Piemonte a causa di una partita di cozze provenienti da alcuni allevamenti dell’Adriatico. Intanto, i risultati delle analisi dell’Istituto Zooprofilattico di Genova hanno confermato la presenza della tossina algale Dsp nei mitili, mentre tutte le coprocolture hanno dato esito negativo escludendo il pericolo della presenza di altre patologie (batteriche, virali).
Sul territorio si muovono in parallelo il Servizio di Igiene Alimenti e Nutrizione e il Servizio Veterinario dell’Azienda, con la presenza del Nucleo antisofisticazioni dei carabinieri, visto che la Procura di Torino ha aperto un’inchiesta.
Ieri sera, due astigiane, madre e figlia, si sono presentate al Dea di Nizza Monferrato con l’ormai classica sintomatologia da intossicazione. Avevano mangiato le cozze distribuite da una grande catena di supermercati a casa di amici e stavano risentendo dei postumi della tossina. Del loro gruppo sono state male anche altre quattro persone che però non si sono rivolte al Pronto. Sono state entrambe dimesse.
I pediatri di libera scelta operativi sul territorio astigiano hanno inoltre riferito la presenza di altri casi, due minori, colpiti da disturbi gastroenterici riconducibili ai mitili. Gli operatori del Sian sono poi risaliti alle rispettive famiglie, riscontrando altri due casi tra i rispettivi genitori. In questa circostanza, le cozze erano state acquistate da una commerciante ambulante al mercato, nel fine settimana.
In giornata, i tecnici Asl hanno controllato tutte le aree mercatali della provincia per ulteriori rilevazioni, senza rilevare nessuna irregolarità o situazione particolare. Le uniche cozze presenti tra i banchi non arrivavano dalle zone indicate dall’allerta regionale.
In totale, quindi, in provincia si sono riscontrati, dallo scorso fine settimana a oggi, 21 casi di tossoinfezione causata dalla tossina delle cozze: di questi, ci sono 7 accessi al Dea e nessun ricovero.
È importante rilevare come non si tratti di nuovi casi separati ma di una serie di intossicazioni riconducibili al consumo, durante lo scorso fine settimana, di particolari partite di cozze, provenienti da allevamenti nell’Adriatico triestino, che sono già state ritirate dal commercio” rileva il direttore del Sian, Vincenzo Soardo.