In bianco e nero le fotografie d’epoca proiettate sullo schermo, vividi e intensi i ricordi su un uomo, Natalino D’Orsi, leader sindacale, e di una stagione di lotte all’Avir, tra gli Anni ’70 e ’80 del Novecento, che non ritornerà più, ma i cui benefici costituiscono ancora una tutela per le attuali maestranze.

Le analisi sul passato e sul presente del mondo del lavoro ad Asti si sono alternate, giovedì in Sala Pastrone, nel partecipato incontro “Una storia operaia. Ovvero quando la classe operaia era una élite”. L’iniziativa è stata voluta da Israt, Camera del lavoro e Spi Cgil a un anno dalla scomparsa del delegato sindacale e militante comunista Natalino D’Orsi.

A ricordarlo compagni di lavoro, attivisti e dirigenti sindacali, operai di altre fabbriche cittadine, ormai scomparse, che apprezzarono il suo rigore etico-politico e la sua intelligenza. Molto affetto per le nipoti, presenti e commosse a loro volta per l’attenzione ricevuta, e apprezzamento del sindaco Maurizio Rasero per l’iniziativa e “per avere scelto di raccontare un pezzo di città, ricordandone non solo i momenti, ma anche le persone”.

A Nicoletta Fasano, ricercatrice dell’Israt e componente della commissione nazionale degli archivi Cgil, il compito di moderare e cucire insieme la narrazione delle persone intervenute.

Toccanti e incisive le testimonianze degli allora “giovani e irrequieti” delegati sindacali Cgil che operarono nel Consiglio di fabbrica accanto a D’Orsi e ne divennero amici (Enrico Bestente, Francesco “Cico” Villata, Franco Briatore), dei professionisti che contribuirono a un esito favorevole delle lotte sindacali (Aldo Mirate, legale contro l’azienda nelle cause in tribunale sull’ambiente di lavoro) o delle persone che conobbero “Natalino” ormai in pensione, ma sempre lucido testimone dei suoi tempi (Walter Artuffo). Che cos’era la Vetreria l’hanno sottolineato le ricostruzioni storiche di Edoardo Angelino e Emanuele Bruzzone, che cos’è oggi la classe operaia l’ha spiegato Fabrizio Parise, segretario dei chimici Cgil.

Due mondi apparentemente lontani, quelli del passato e del presente: “Ma se Natalino fosse qui ci stimolerebbe – l’invito di Mirate – a ritornare a quelle lotte per cercare di trarre insegnamenti per l’oggi e guardare al futuro”.

Esposti giovedì per qualche ora, osservati e sfogliati con amorevole cura, sono tornati nel fondo archivistico della Cgil custodito all’Israt i documenti storici sulla Vetreria: saranno disponibili in qualsiasi momento per essere consultati da chi considera che coltivare la memoria sia linfa vitale per la nostra quotidianità.