Sesto numero dell’anno per la Gazzetta d’Asti che nel 2021 spegne 122 candeline. Ecco i principali argomenti della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 12 febbraio 2021.

Atl, Alessandria sotto esame

Comuni, Regione e istituzioni dei paesaggi vitivinicoli patrimonio Unesco sono in subbuglio. Entro quest’anno le aziende pubbliche partecipate, in base alla legge Madia, devono ridursi per razionalizzare i costi.
In particolare, non possono più esistere autonomamente quelle che hanno un fatturato sotto il milione di euro. Declinato nel Sud Piemonte, questo principio può significare l’accorpamento dell’azienda del turismo di Alessandria-Alexala con l’azienda turistica di Asti Alba Bra, l’ente turismo Langhe Monferrato Roero, nato nel 2018, che raccoglie la maggior parte dei luoghi patrimonio Unesco.
I nodi da sciogliere sono molti: l’azienda alessandrina ha patito le difficoltà economiche del comune capoluogo; non vi sono inoltre molte affinità tra i territori: nella provincia di Alessandria sono patrimonio Unesco soltanto gli “infernot”, tipiche cantine della tradizione contadina della zona, che rappresentano una piccola parte, nel Casalese.
Il resto dell’Alessandrino non ha omogeneità con le terre di Langa, Roero e Monferrato.
L’assessore regionale al turismo Vittoria Poggio, peraltro alessandrina, sta compiendo in questi giorni un tour nei territori interessati, per ascoltare gli amministratori locali. Martedì scorso era ad Alba per discutere la proposta di creare delle “Atl di prodotto”: consorzi che riuniscono i territori in base al prodotti turistici e non alla geografia.

Una Casa Bianca in Niger?

Diario di viaggio dal Niger. Il vescovo ha preso parte ad una delegazione della Cei per sondare la possibilità di corridoi umanitari e verificare la situazione.

Il superministero dell’Ambiente

Avremo, dunque, un ministero della Transizione Ecologica. Che, come già in Francia, attuerà le politiche del governo in materia di sviluppo sostenibile, ambiente, tecnologie verdi, trasformazione energetica, clima, prevenzione dei rischi naturali, sicurezza industriale, dei trasporti, delle infrastrutture. Avremo anche noi un ministro sul modello della macroniana Barbara Pompili.
All’uscita dall’incontro con il presidente incaricato Mario Draghi gli ambientalisti di WWF, Greenpeace e Legambiente non stavano nella pelle: s’erano visti riconoscere al tavolo delle consultazioni per la formazione del nuovo governo gli sforzi di tante battaglie, campagne di mobilitazione e sensibilizzazione. Anche se poi è stato Beppe Grillo a catturare l’attenzione rivendicando il merito di tanto risultato: l’abbiamo chiesto noi, un super ministero, per cambiare rotta e rinnovare finalmente lo Stato attraverso le sue articolazioni nei settori chiave dello sviluppo. Con aggiunta galvanizzante per i suoi: Draghi è uno dei nostri.
Anche in Spagna hanno il loro ministero per la transizione ecologica. E anche lì le competenze abbracciano lo sviluppo industriale, la lotta ai cambiamenti climatici, la protezione della biodiversità, la prevenzione dalle contaminazioni, la tutela dei boschi e del mare, dell’acqua e via elencando.
In Svizzera il ministero Ambiente ingloba gestione e sviluppo dei trasporti, gestione e vigilanza delle fonti energetiche e mezzi di comunicazione.
Come sarà il nostro? Sarà il volano per una nuova organizzazione moderna, che accorperà ambiente e sviluppo economico, determinerà svolte epocali o, come qualcuno teme… si scioglierà come una bolla di sapone dopo aver un po’ meravigliato e tanto illuso? Gli ambientalisti che hanno visto Draghi, aprono all’ottimismo, si son trovati di fronte una persona non solo preparata, ma interessata e determinata. Si aspettano capacità di visione che si traduca finalmente in scelte politiche dalle ricadute a breve e lungo termine per superare l’era della dipendenza dai fossili, per portare a compimento i mille progetti messi a punto e inutilmente proposti negli anni.
E se Grillo rivendica il merito di aver strappato al presidente incaricato l’istituzione del super ministero, è bene che sappia che non sarà una passeggiata. Intanto bisognerà subito fare i conti con le crisi industriali aperte, i lavoratori con la cassa integrazione in scadenza, come peraltro ben sanno i suoi fino a ieri al governo con Giuseppe Conte. Ci vorrà tempo per trasformare e intanto si dovrà fronteggiare una realtà resa ancora più dura dal persistere della pandemia con tutte le sue temibili varianti. Vedremo.

Due bambini positivi al covid, chiuso l’asilo di Castello di Annone

La scuola dell’infanzia di Castello di Annone è stata chiusa precauzionalmente per alcuni giorni dopo la riscontrata positività di due piccoli alunni. Le due sezioni che compongono l’asilo sono state quindi messe in quarantena preventiva. Bambini e insegnanti (tutte asintomatiche) proprio in queste ore verranno sottoposti a un tampone, come disposto dal Sisp dell’Asl. Proprio il Sisp mercoledì sera ha contattato il dirigente Ferruccio Accornero che si è subito messo in moto per segnalare la situazione alle famiglie. Ieri mattina un collaboratore scolastico si è presentato davanti alla scuola per controllare che tutte le famiglie avessero ricevuto la segnalazione.

“Dessi dij nòm”, l’opera goliardica di don Croce

Nel numero della Gazzetta d’Asti che esce oggi in edicola i nostri elettori trovano in allegato il volumetto “dessi dij nòm”, senz’altro l’opera più goliardica di don Vittorio Croce. Era uscito per la prima volta nel 2004 e da allora non era stato più ristampato. Andato esaurito, più volte c’era stato richiesto. Abbiamo così deciso di pubblicare una nuova edizione ancora più ricca della precedente con le simpatiche vignette disegnate da Luca Bosio colorate per l’occasione da Marco Avoletta.
Stefano Masino ha poi realizzato una ricca biografia di don Croce, scomparso il 27 aprile dello scorso anno. La sua conoscenza e la sua passione per la lingua piemontese si ritrovano in questa singolare ricerca sugli epiteti (parolacce) astigiane. Don Croce era estremamente preciso sulla fonetica, sulla pronuncia delle vocali, sugli accenti, sulla morfologia della parola. E andava fiero di questo lavoro frutto di anni di raccolte di colorite espressioni.
Solo per questa occasione il giornale insieme a “Dessi dij nòm” costerà 2 euro. Dalla prossima settimana tornerà di nuovo a 1,50 euro.

Goria-Draghi

Il primo a tenere a battesimo Mario Draghi a livello politico fu Gianni Goria che lo volle con sé al ministero del Tesoro.