Si è tenuta ieri sera, nel centro sociale Gallo di Santo Stefano Belbo (Cn), l’Assemblea generale dei produttori di Moscato d’Asti, che si svolge una volta l’anno, come prevede lo statuto dell’Associazione Produttori Moscato. Oltre 300 i produttori presenti, provenienti dalle province di Asti, Alessandria e Cuneo. Tra gli argomenti trattati, a tenere banco la crisi di vendite nazionale e internazionale dell’Asti docg che, solo quest’anno, ha portato a un calo del 30% delle entrate per il comparto agricolo e che, da quest’anno in poi, potrebbe portare a una perdita di circa 40 milioni di euro dalle casse dei produttori. Negli ultimi quattro anni, inoltre, si è registrato un calo di produzione di circa 25 milioni di bottiglie. “Un’assemblea fortemente partecipata – ha spiegato il presidente dell’Associazione produttori Moscato, Giovanni Satragno – per il grande interesse e la palpabile apprensione che stiamo vivendo proprio a causa della crisi in atto”.  “Si è voluto produrre troppo, sbagliando – ha aggiunto Satragno – e non sono stati fatti investimenti per promuovere le vendite. E’ una crisi fallimentare quella in corso. Serve un cambio ai vertici”. Nella sua relazione, il presidente Satragno ha sottolineato l’impatto che potrebbe avere la crisi del Moscato d’Asti sui territori di produzione. “Molte cantine potrebbero chiudere – ha affermato Satragno – e come se non bastasse le nostre colline, molte delle quali patrimonio Unesco, non solo rischiano di non essere più curate, ma si potrebbe arrivare all’abbandono e al conseguente dissesto”. L’Associazione Produttori Moscato è una società cooperativa agricola che raggruppa oltre 2mila aziende vitivinicole produttrici di uva Moscato d’Asti docg, delle quali circa 850 sono associate in otto cooperative di trasformazione. La base associativa dell’Associazione si estende nelle tre province del territorio d’origine del Moscato d’Asti docg: Asti, Alessandria e Cuneo. L’Organizzazione, costituita e riconosciuta dalla Regione Piemonte ai sensi dei regolamenti comunitari, opera perseguendo le finalità economico-sociali previste dal legislatore europeo e riprese nel proprio statuto. Tutto questo per tutelare e valorizzare le uve Moscato bianco, base di produzione delle denominazioni d’origine controllata e garantita ‘Moscato d’Asti’ e ‘Asti’.