Incendio al reparto di Radiodiagnostica del Cardinal Massaia? No, era la a simulazione organizzata dal Servizio di Protezione e Prevenzione (Spresal) dell’Asl AT. L’esercitazione, l’ultima del 2008, segue alle 18 già svolte negli ultimi 10 anni, riguardanti anche l’ospedale Valle Belbo di Nizza Monferrato.

Impegnati sul campo, la squadra di primo intervento (S.P.I.) dell’Azienda affiancata dai vigili del fuoco.

La scelta del luogo non è stata casuale: all’area della Risonanza Magnetica può infatti accedere solo il personale dell’Asl, chiamato in questo caso anche ad intervenire per limitare le fiamme; i magneti infatti impediscono l’accesso a soggetti in possesso di peacemaker o protesi, oppure vestiti con indumenti (come i vigili del fuoco) incompatibili con essi. Per questo, durante l’esercitazione, i pompieri hanno operato dall’esterno della Risonanza Magnetica.

Altro grado di difficoltà, il fatto che la simulazione si sia svolta in presenza di utenti ignari di quanto stava accadendo. Il personale dell’Asl ha ricoperto ruoli diversi: accanto agli operatori dello Spresal sono intervenuti il primario Federico Cesarani, insieme a medici e infermieri del reparto, mentre altri addetti si sono finti pazienti e sono stati soccorsi nell’area invasa dal fumo.

L’intera azione di simulazione si è svolta in tempi estremamente contenuti: alle 10.05 è stato dato l’allarme e due minuti dopo i finti pazienti erano già al sicuro. I vigili del fuoco hanno raggiunto il reparto in sei minuti, nonostante la difficoltà creata da diverse auto parcheggiate irregolarmente lungo la rampa d’accesso e negli spazi intorno.

L’ostacolo dei mezzi privati – spiega Carlo Bosca, responsabile dello Spresal – è stato l’unico elemento ad incidere negativamente sul risultato dell’esercitazione. Spero che sottolinearlo possa servire a far comprendere ai cittadini che rispettare le regole è un comportamento di civiltà che, nel nostro caso, può rivelarsi fondamentale per salvare vite umane. La gestione dell’emergenza è stata comunque tempestiva grazie al fatto che il nostro personale è abituato a lavorare da sempre in situazioni di forte criticità e, attraverso l’esperienza delle simulazioni, ha saputo sviluppare nel tempo un forte spirito di squadra e senso di appartenenza”.