L’amministrazione Brignolo alla prova dell’Asp, la partecipazione più strategica del comune di Asti, la municipalizzata in cui palazzo civico detiene ancora la maggioranza assoluta, con il 51% del capitale sociale. Il restante 49% è detenuto da un gruppo di imprenditori privati, tra cui alcuni gestori di public utility (Amiat e Gtt) e la famiglia Ruscalla. Ieri, in un’assemblea straordinaria, sono stati rinnovati i tre consiglieri di amministrazione di nomina pubblica. La replica dello spin-off inaugurato nel 2007 dalla giunta Galvagno, quando a dimettersi fu Claudio Caron, presidente nominato dal centro-sinistra di Vittorio Voglino. Ora passano la mano il presidente Gianni Bertolino, fedelissimo di Giorgio Galvagno, il vice Massimo Picollo e Mauro Degiovanni. Sono stati sostituiti da Paolo Bagnadentro, Andrea Visconti, Giorgio Ferrero, nominati dalla giunta Brignolo. Alla carica di presidente è stato indicato Paolo Bagnadentro, avvocato, esponente storico del centro-sinistra astigiano, già consigliere di amministrazione dell’Asp per sette anni. Vicepresidente sarà Andrea Visconti, consigliere comunale, titolare di studio amministrazioni immobiliari, a cui verranno affidati importanti deleghe operative. L’esperienza di Giorgio Ferrero, già presidente provinciale e regionale Coldiretti, sarà invece determinante per orientare l’attività dell’ex municipalizzata verso la cosiddetta “green economy”. In base ai patti parasociali, alla parte privata spettano due consiglieri, tra i quali viene nominato l’amministratore delegato, che al momento è Paolo Golzio. Scelte di alto profilo, che testimoniano quanto la giunta Brignolo considera strategica la partecipazione nell’Asp. Ma non è solo una questione di nomi. L’ambizione dell’amministrazione di centro sinistra è ridisegnare la mission dell’Asp, rafforzando il ruolo della cosiddetta “quarta vela”, la produzione di energia da fonti rinnovabili e il teleriscaldamento, in molte altre parti d’Italia volano per la crescita di utili e fatturato. Oggi l’Asp è attiva soprattutto nei settori tradizionali delle municipalizzate: trasporti, gestione acquedotto, raccolta rifiuti, comparti “maturi”, in cui i margini reddituali non hanno grandi spazi di crescita, ma che la giunta intende conservare quale “core business” aziendale. La perdurante crisi del settore manifatturiero ha fatto dell’ex municipalizzata una delle principali aziende italiane. All’inizio dell’anno occupava 402 dipendenti. Nel 2011 Asp ha sviluppato un fatturato di 41,6 milioni di euro con un utile di 239.000 euro, al netto di imposte per 1,3 mln. La sfida è propria quella di far crescere l’ultima riga del bilancio, per creare un volano di sviluppo e di occupazione e per ristornare maggiori risorse al socio di maggioranza. Massimiliano Bianco