Il Consorzio della Barbera d’Asti e vini del Monferrato ha festeggiato oggi una ricorrenza mai così importante e significativa. L’evento è stato celebrato nella suggestiva cornice del castello di Costigliole d’Asti che ospita la sede del Consorzio di tutela, guidato da Filippo Mobrici. A parlarne Giorgio Ferrero, assessore regionale all’Agricoltura, Giovanni Borriero, sindaco di Costigliole d’Asti, Mario Sacco, presidente di Confcooperative e Paolo Cerruti, della Direzione generale Cassa di Risparmio di Bra. Al convegno, moderato dal giornalista de “La Stampa” Maurizio Tropeano, sono intervenuti: Nicola Lucifero, docente di Diritto agrario e Diritto agroalimentare dell’Università di Firenze, Michele Antonio Fino, professore associato di Fondamenti del diritto europeo e direttore del Master in wine culture communication and management all’università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Mario Fregoni, presidente onorario dell’OIV, Vincenzo Gerbi, professore ordinario di Enologia all’università di Torino e Giorgio Calabrese, presidente del Comitato nazionale Sicurezza Alimentare.

Un “parterre du roi” in omaggio al vino che da oltre un secolo rappresenta il Piemonte enologico e che nell’ultimo decennio ha fatto registrare un incremento costante, arrivando a toccare quota 21 milioni di bottiglie per un valore del comparto di oltre cento milioni di euro. Di queste oltre la metà è stata esportata nel mondo; i mercati più gettonati Nord Europa, Nord America e Canada.

“Il vero, grande valore aggiunto della Barbera d’Asti resta l’elevatissima qualità della produzione, frutto di una selezione sempre più attenta a partire dal vigneto” – ha sottolineato il presidente Filippo Mobrici – ricordando anche come in questo periodo il Consorzio abbia visto lievitare il numero dei soci: dai 175 del 2014 agli attuali 338. Ma quello che i numeri dicono solo in parte è il valore di un comparto, 11 mila gli ettari tutelati dal Consorzio della Barbera, che si riflette anche sulla promozione del  territorio.

“Non a caso – continua Mobrici – ci sono sempre più grandi firme dell’enologia di qualità, albesi in primis, che vogliono investire sui nostri terreni. E il prezzo di acquisto delle terre da vino, nell’Astigiano, è cresciuto esponenzialmente in questi ultimi tempi arrivando a toccare quota 100 mila euro per un ettaro di Barbera d’Asti”.

Un vino, come hanno fatto notare gli esperti presenti, che grazie allo straordinario impegno del Consorzio è ormai diventato l’ambasciatore del Piemonte e dell’Astigiano nei vari continenti. Grazie anche ai tour di degustazioni e master class svolti, che hanno permesso di raggiungere i mercati di tutto il mondo, da Zurigo a Bruxelles, da Amsterdam a Londra, da New York a San Francisco, fino alla Cina e all’Estremo Oriente.

“Oggi possiamo affermare che la Barbera d’Asti può collocarsi nella fascia alta del mercato internazionale – sostiene l’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero -. Lo confermano i numeri dell’export sui mercati extra- europei e la qualità delle produzioni di denominazione di origine. Un risultato ottenuto grazie al lavoro in sinergia dei viticoltori, al Consorzio e a Regione Piemonte che in questi anni ha investito nel valorizzare al massimo questo vitigno e di conseguenza il territorio astigiano”.

E sono sempre più frequenti i cosiddetti “educational tour” che coinvolgono le grandi firme del giornalismo (non solo enologico) internazionale e li portano a contatto con la realtà produttiva astigiana e monferrina. Perché accanto alla Barbera (d’Asti e il Nizza che nei giorni scorsi ha ottenuto a sua volta la Docg) sono cresciute in questi anni le altre Denominazioni: il Ruchè di Castagnole Monferrato Docg, diventato ormai un prodotto “che fa tendenza” e poi Albugnano (Nebbiolo), Cortese Alto Monferrato, Dolcetto d’Asti, Freisa d’Asti, Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, Monferrato, Piemonte, Grignolino d’Asti, Loazzolo, Terre Alfieri.

La giornata costigliolese si è conclusa con una degustazione verticale di Barbera d’Asti sotto la guida di Ian D’Agata, giornalista e “influencer” di fama internazionale, diventato il testimonial della Barbera d’Asti con una serie di iniziative che lo hanno portato a promuovere anche le piccole grandi Doc dell’Astigiano. Il pensiero comune  dei degustatori è stato quello che la barbera mantiene nel tempo profumi, eleganza e freschezza facendone un vino longevo, internazionale e di grande valore.

“Stiamo lavorando ad una serie di iniziative promozionali anche per il 2019, a partire ovviamente da una massiccia presenza dei nostri vini e dei nostri produttori al prossimo Vinitaly di Verona – concludono i Vicepresidenti Lorenzo Giordano e Stefano Chiarlo – e non ci fermiamo solo alla partecipazione ai più importanti saloni del vino italiani e internazionali. Il segreto della nostra crescita, in questo bellissimo decennio, è stata anche la capacità di fare squadra con il territorio, andando a dar vita ad un modello di promozione del vino che a suo modo ha fatto scuola. È il caso di iniziative collegate alla ristorazione, ma anche al mondo dello sport o della cultura. Siamo diventati l’emblema e il marchio di garanzia di un territorio che ha ancora grandi potenzialità di crescita. E ci auguriamo che il prossimo decennio sia ancora più bello e stimolante di quello che abbiamo celebrato oggi insieme a tanti amici. Tutti insieme abbiamo fatto grande la Barbera d’Asti e gli altri straordinari vini del Monferrato. Ed è da qui che vogliamo ripartire”.