La prima volta che entrai nel suo ufficio rimasi stupito. In un armadio del suo studio di assicurazioni a Santo Stefano Belbo conservava album pieni di ritagli di articoli dei quotidiani di oltre 30 anni fa e le foto storiche delle battaglie portate avanti a fianco dei produttori. Il territorio del Moscato d’Asti perde Giovanni Bosco, fondatore del movimento d’opinione Coordinamento Terre del Moscato, del movimento dei Cobas del Moscato negli anni ’90, gruppo di produttori a sostegno della redditività dei contadini del moscato.

Il suo mestiere era, di fatto, l’assicuratore. Ma fuori dallo studio, Bosco era un combattente. I suoi interventi alle assemblee del Consorzio dell’Asti a Santo Stefano Belbo erano date quasi per scontato, sempre satirici e comunque pungenti. Come quando si inginocchiò davanti ai consiglieri a difesa delle rese degli agricoltori. O quando elencò tutti le tipologie esistenti di radicchio, chiedendo al Consorzio di Tutela di aumentare le tipologie possibili di Moscato d’Asti.

Giovanni Bosco è scomparso la notte del 16 luglio all’età di 75 anni. I funerali si sono tenuti mercoledì scorso a Santo Stefano Belbo. Ultimamente residente a Canelli, lavorava nel suo studio di assicurazioni proprio a Santo Stefano, dove ha sempre collaborato per diffondere la cultura del territorio e di Cesare Pavese.

L’articolo continua sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 22 luglio 2022

Danilo Bussi