L’Enoteca Regionale Colline Alfieri, nata nel 2009 per volontà dei sette soci promotori, i Comuni delle Colline Alfieri (San Damiano d’Asti, Cisterna d’Asti, Tigliole, San Martino Alfieri, Antignano, Celle Enomondo e Revigliasco d’Asti), oggi conta 48 soci e 4 Denominazioni (Terre Alfieri Docg Arneis, Terre Alfieri Docg Nebbiolo, Barbera d’Asti Docg e Cisterna d’Asti Doc).

Il 28 febbraio, l’Enoteca ha visto un cambio al vertice, con l’ingresso del nuovo Consiglio di Amministrazione, che rimarrà in carica per i prossimi cinque anni. Oltre al Presidente Luigi Franco, che raccoglie l’eredità dell’uscente Renzo Peletto, il nuovo CdA è composto da altri otto membri; i tre designati dai Sindaci dei Comuni Soci promotori sono Valentina Celoria e nuovamente Fabrizio Benotto e Simone Rossanino; i tre eletti dall’assemblea dei soci produttori sono Giovanna Marello, Rosanna Rosso ed Oriana Veiluva; in rappresentanza dell’associazione dei produttori di San Damiano d’Asti è stato riconfermato Gabriele Cotto e per la Regione Piemonte è stato rinnovato Andrea Sacco.

Franco ha dichiarato “È un grande orgoglio ricoprire questo importante ruolo e ringrazio tutti per la fiducia riposta nella mia persona.​ ​L’Associazione è una realtà che deve svolgere un ruolo di promozione e​ crescita di tutta l’area della DOCG Terre Alfieri. Il mio impegno sarà quello di dare voce ai produttori ed a tutti gli attori del territorio. Ci attendono sfide importanti ma di sicuro il Consiglio di Amministrazione saprà fare gruppo e spingere verso la direzione giusta, portando avanti gli obiettivi in sinergia con tutti i soci, che devono essere sempre più consapevoli delle loro potenzialità​ e​ protagonisti del territorio. Chiaramente il Terre Alfieri, farà da trade union tra vino e territorio ma il nostro obiettivo è quello di valorizzare tutti e quattro i vini, poiché hanno pari dignità.”.  

Il Consiglio ha già in calendario i primi impegni, con la partecipazione dei produttori soci alla fiera di San Giuseppe di San Damiano d’Asti, in programma per il 27 marzo ​e successivamente al Vinitaly di Verona, che avrà luogo ad aprile. Con riferimento a questi appuntamenti, il Presidente spiega “L’evento di apertura sarà la storica fiera di San Damiano, durante la quale verrà invitato il Comune di Cocconato, con la sua robiola tipica, creando così un gemellaggio tra prodotti. Per la partecipazione al Vinitaly, vi sarà una collaborazione della Regione Piemonte con lo chef stellato Massimiliano Musso, che preparerà alcuni piatti utilizzando anche i prodotti del progetto ‘Le Colline Alfieri in Paniere’, abbinati ai vini Terre Alfieri DOCG, creando così un bel connubio tra prodotti tipici e vini del territorio. Inoltre il wine shop che ha sede nell’Enoteca, la cui attività è stata sospesa con la fine del precedente mandato e dei fondi legati ai progetti correlati, sarà presto riaperto. Per ciò che concerne gli obiettivi strategici a lungo termine, punteremo l’attenzione sui prossimi bandi regionali in programma, attraverso la stesura di progetti creati ad hoc.”.

In merito alle voci di corridoio, che parlano di un po’ di maretta in fase di elezioni, Franco dichiara “Premettendo che alcuni membri della passata gestione sono stati riconfermati, in merito ai fatti avvenuti in fase di elezione del nuovo CdA, posso solo dire che non voglio guardare al passato, poiché ciò che conta è quello che si costruisce. Il nostro obiettivo è valorizzare le potenzialità del territorio e delle persone che ci vivono, non lasciando indietro nessuno. Le porte dell’Enoteca sono aperte a tutte le attività che vorranno entrare a far parte della nostra realtà.”.

Per ripercorrere la storia dell’Enoteca ed approfondire le ragioni del cambio al vertice, abbiamo voluto sentire anche la voce dell’ex vicepresidente Christian Carlevero, che racconta “Il CdA uscente è stato eletto nel 2016 ed io sono stato l’unico personaggio di tramite con la precedente gestione. Il nostro scopo principale è stato il risanamento completo di un ente con situazione debitoria importante e sede vacante. Supportati da fondi stanziati dall’amministrazione comunale dell’epoca e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, abbiamo ripianato i debiti e dato vita all’attuale sede, avviando una collaborazione con il preesistente ristorante ed aprendo un wine shop, poi affiancato da un sito internet con e-commerce. Nel periodo iniziale della nostra gestione, è stato vinto un bando regionale indirizzato alla promozione delle filiere corte, che prevedeva un contributo al 100% a fondo perduto, del valore massimo di 100.000 euro per ogni enoteca. Poiché il bando finanziava soprattutto i prodotti agroalimentari, abbiamo allargato l’iscrizione a tutte le tipologie di aziende agricole e successivamente alle strutture ricettive del territorio. Il progetto si chiamava ‘Le Colline Alfieri in Paniere’ e prevedeva la valorizzazione di cinque prodotti locali: cappone, zafferano, miele, confetture e mostarde, conserve.” 

Prosegue poi “Purtroppo, a causa della pandemia, molte delle iniziative in calendario sono state annullate. Ciò nonostante, nel 2020 abbiamo fatto un focus con AIS Piemonte, con degustazione dei due Terre Alfieri (Arneis e Nebbiolo, che avevano appena ottenuto la DOCG) e cena che abbinava vini e prodotti del progetto. Nel 2021 vi è stato anche un press tour con i giornalisti legati al mondo dell’enogastronomia, con presentazione e degustazione tecnica di alcune etichette, pranzo a base dei prodotti del Paniere e visita di una cantina del territorio. Durante il lockdown, per portare a termine il progetto ed accedere ai fondi regionali, abbiamo avuto l’idea di contattare l’enogastronomo Edoardo Raspelli (ex conduttore del programma televisivo ‘Mela Verde’), che ha girato una puntata della trasmissione ‘L’Italia che mi piace, in viaggio con Raspelli’ presentando le cinque aziende del Paniere e portando il territorio delle Colline Alfieri alla ribalta nazionale. Durante l’evento di ringraziamento per la fine del mandato, Raspelli è poi tornato a San Damiano, per intervistare gli stessi produttori. Questo importante progetto, che ha interessato tutto il nostro mandato, ha avuto importanti ricadute su tutto il territorio, promuovendo e valorizzando le produzioni locali.”. 

L’ex Vicepresidente precisa “La scelta del nostro CdA è stata fin da subito quella di dare un taglio molto alto all’Enoteca, sia nella scelta dei vini proposti (Terre Alfieri DOCG, Barbera d’Asti DOCG e Cisterna d’Asti DOC), sia nel metodo di servizio. La nostra gestione è stata apprezzata da produttori e consumatori e siamo passati dagli iniziali 17 soci ai 48 attuali, con una crescita di investimenti da parte di produttori provenienti da altri territori.”.

Infine una nota amara, nel ricordare le vicende legate ai giorni del nuovo insediamento “Il mio ruolo in questi anni è stato riconosciuto da tutti i soci ed i membri del CdA come trainante;  ho infatti anteposto l’Enoteca ad impegni personali ed affetti familiari, sacrificando tempo e denaro. A fine mandato, molti dei consiglieri non intendevano rinnovarlo ed io stesso ho chiesto di essere preso in considerazione solo nel caso in cui il mio nome fosse stato il punto di accordo tra soci fondatori ed aziende associate. Unica richiesta da parte mia, un piccolo contributo per le spese da sostenere. Durante l’elezione del nuovo CdA, quando i Sindaci hanno portato il nome di Luigi Franco per la presidenza, molta è stata la sorpresa tra i soci e i membri del CdA uscente, per il fatto che il signor Franco è anche vicedirettore di Coldiretti Asti, associazione che ha avuto diverse ‘incomprensioni’ con l’Enoteca. Infatti quando, nel 2016, l’Enoteca ha chiesto di avere in Consiglio un membro della suddetta associazione, che la aiutasse a risollevarne le sorti, si è sentita opporre un rifiuto, mentre ora che ha acquistato prestigio, visibilità ed una maggiore serenità economica, pare che la Coldiretti abbia cambiato opinione. I produttori hanno quindi invocato il mio nome ed io mi sono fatto avanti ma sei sindaci su sette hanno votato contro una doppia candidatura, con forte disappunto da parte dell’assemblea, che ha portato alcuni rappresentanti degli associati a ritirare la propria candidatura. Si è così giunti alla paradossale situazione in cui il nuovo CdA è per la gran parte rappresentativo di San Damiano, mancando figure riconducibili agli altri comuni, soprattutto quelli a maggiore vocazione viticola, come Cisterna e San Martino.”.

Carlevero conclude affermando “Il CdA uscente è stato molto attento nella gestione dei fondi, stanziati per promuovere e valorizzare le denominazioni, la gastronomia, i produttori ed il territorio. Inoltre, in qualità di ente regionale e non comunale, l’Enoteca ha sempre avuto grande autonomia nelle scelte, aderendo solo ad iniziative ritenute valide ed opportune. Probabilmente alcune nostre decisioni di spesa non sono state sempre in linea con gli interessi dei comuni e ciò potrebbe aver contribuito ad un allontanamento dalle gestioni comunali, portando, secondo la mia opinione, alla nascita di un CdA più vicino alle esigenze dei sindaci ma forse più lontano dalla realtà produttiva delle Colline Alfieri.”.

Stefania Castino