Martedì 31 agosto è stato presentato il lungo percorso di ricerca condotto dal CPIA 1 di Asti (nell’ambito del Progetto EU.RE.K.A!) focalizzato verso politiche di coesione europea, sostenibilità nel territorio, tutela e valorizzazione del patrimonio artistico locale, che ha coinvolto 12 Istituti Scolastici del territorio Langhe, Monferrato e Roero, mettendo in connessione saperi, conoscenza, tecnologia e tradizioni. Presenti diversi attori del mondo scolastico e universitario, tra cui Giuseppe Ennas, Dirigente Scolastico del Cpia 1 di Cagliari che ha offerto il suo contributo in ottica di condivisione e scambio di “best practise”; Maria Elisabetta Cogotti, Coordinatrice Area Formazione Professionale, Educazione degli Adulti dell’Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna; Maria Adelaide Gallina, docente di Sociologia Generale dell’Università degli Studi di Torino.
Temi principali dell’evento le tappe più significative di un “viaggio” di 10 mesi in cui il Progetto EU.RE.K.A! del Cpia 1 di Asti ha incontrato dirigenti scolastici, docenti, studenti di scuole primarie, secondarie di I grado e II grado del territorio piemontese, cercando di rafforzare la creazione di legami tra istituzioni e cittadini, senso civico e partecipazione nella definizione delle priorità future locali ed europee. La riflessione si è orientata poi nella seconda parte dell’incontro sul valore della progettazione scolastica europea nell’Istruzione per Adulti.
“Attraverso lo studio e la ricerca dei fondi FSE- PON (Piani Operativi Nazionali) per la Scuola 2014-2020” – ricorda Davide Bosso, Dirigente Scolastico del Cpia 1 di Asti – “si è dato vita a un percorso che ha illustrato il ruolo della politica di coesione tra scuola e territorio locale, mostrandone l’impatto sulla vita quotidiana dei singoli studenti, futuri cittadini”.
“La diffusione dell’esperienza virtuosa delle scuole del territorio Unesco (province di Asti, Alessandria e Cuneo) che hanno messo a frutto concretamente i finanziamenti ottenuti”- riprende Bosso – “ha permesso di creare quel senso di appartenenza comunitaria tale da far sentire l’UE come una presenza concreta e parte delle nostre scelte in ottica di responsabilità comune”.
La scuola, è uscita dagli spazi tradizionali e si è trasferita negli spazi aperti, nelle aree verdi, negli orti e giardini scolastici per diventare “terreno fertile” dove sperimentare concretamente i compiti di cittadinanza attiva e responsabile, il contatto con la natura, le proprie potenzialità e abilità comunicative e per “dare forma” alla crescita globale di se stessi.
“I Cpia sono certamente luoghi di apprendimento formale e informale e diventano sempre più luoghi di apprendimento permanente” – ricorda Maria Adelaide Gallina, Docente Ricercatrice di Sociologia Generale dell’Università degli Studi di Torino. “Spesso vengono utilizzate metodologie didattiche innovative che valorizzano non solo gli studenti, primi utenti e fruitori, ma anche la rete sociale del territorio che viene coinvolta e resa promotrice di esperienze condivise.”