Pochi autori sanno raccontare il proprio lavoro in maniera coinvolgente come Andrea Ferraris. Mentre parliamo seduti da Fumetti Store in compagnia di Sergio Ponchione, durante il firmacopie dello scorso sabato, dallo zaino del disegnatore genovese escono pagine a matita, tavole completate a china, pdf di presentazione di alcuni progetti personali inediti. 

La sua carriera multiforme, vissuta a cavallo tra il mondo Disney e il graphic novel d’autore, è una fucina di spunti, esperienze e retroscena da cui è impossibile non restare affascinati. Provare a ripercorrerla, insomma, ci regala una conversazione ancora più ricca del previsto.

Com’è approdato alla Disney?

“Grazie a un’imbeccata di Giorgio Cavazzano durante un’edizione di Treviso Comics. La Disney stava cercando disegnatori e lui, ritenendo compatibile il mio stile in linea chiara influenzato da Joost Swarte, mi ha consigliato di propormi. Così ho contattato Giovan Battista Carpi, genovese come me, che stava avviando l’Accademia Disney.Sono stato suo allievo per un anno, poi ho disegnato la mia prima storia. Era  il 1993”.

Una partenza propiziata da due grandi maestri è un ottimo inizio. Quali altri disegnatori l’hanno ispirata?

“Sicuramente Massimo De Vita. Per me è il migliore di tutti, il suo stile incarna alla perfezione l’anima Disney. È sempre stato il mio preferito. Negli anni Settanta non venivano ancora scritti i nomi degli autori sulla tavola di apertura, eppure era impossibile non riconoscere il suo segno”.

Nel 2007 è passato a disegnare storie Disney per la Egmont. Quali differenze ha trovato con la produzione italiana?

“Mentre in Italia si è imposta la “scuola Cavazzano”, la Egmont prende ancora a modello Carl Barks. Non solo nell’aspetto grafico dei personaggi, più classico rispetto al nostro, ma anche nella griglia delle tavole, composte da quattro strisce. Quando sono arrivato alla Egmont, in sostanza, mi sono trovato di nuovo nella condizione di dover imparare, anche se è stato più semplice perché non partivo da zero”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 20 gennaio 2023

Alberto Gallo