La trionfante stagione invernale dell’Alfieri sta per chiudere i battenti con un finale scoppiettante e l’ennesimo sold-out, quattro serate a partire da stasera fino a venerdì dalle 21, con un’artista straordinario ed unico : Arturo Brachetti, che si esibirà in “Solo”.

Torinese doc, classe 1957, provate a sommare oltre 5.000 presenze in palcoscenico tra Europa e America, 45 anni di carriera, 450 costumi teatrali, un repertorio infinito di trasformismo, illusionismo, funambolismo, varietà, cabaret, nouveau cirque e nuove magie tecnologiche, la somma esatta corrisponderà a un nome: Arturo Brachetti, la leggenda del quick-change, un mito vivente della visual trasforming art.

Con grande disponibilità ci concede un po’ del suo prezioso tempo per una breve intervista.

Quando è scoccata la scintilla…che l’ha trasformato in “trasformista”?

A 15 anni studiavo in seminario ed ho incontrato don Silvio Mantelli, sacerdote salesiano, con l’hobby della prestidigitazione, in arte Mago Sales: mi ha insegnato lui i primi giochi di prestigio. Ero tremendamente timido e come ogni timido non aspettavo altro che salire su un palco. I compagni mi mettevano nel bidone dell’immondizia, venivo bullizzato, e ho capito che trasformarmi poteva essere il mio superpotere. Avendo paura del pubblico mi travestivo per darmi coraggio. A quel punto don Silvio mi regalò “Fregoli raccontato da Fregoli”. E mi si aprì un mondo…

Fregoli è stato il suo grande ispiratore…

Non tutti sanno che Leopoldo Fregoli è un’astigiano d’adozione, avendo vissuto per parecchi anni ad Asti dal 1898 fino al 1912, in una villa che chiamò Velia ( in onore di sua moglie ), anche per questo vengo molto volentieri ad Asti , dove ho molti amici e mi posso esibire in un teatro meraviglioso.

Sono rimasto affascinato dalla lettura di questo libro dedicato alla vita di Fregoli. Si trattava di una biografia del grande artista che non parlava, però, dei suoi trucchi, dei suoi segreti. 

Ho deciso, così, di inventarmeli. Nel 1979, quando andai a Parigi per la mia prima audizione con 6 costumi (che nel frattempo sono diventati 450) fui immediatamente scritturato perché ero l’unico al mondo a praticare l’arte del trasformismo con trucchi originali. Solo anni dopo sono riuscito a risalire a quelli che erano i trucchi di Fregoli, per altro molto semplici. Sono stato, in sostanza, una sorta di apripista visto che poi in tanti hanno imitato e continuano a imitare l’arte del trasformismo. Possono rubarmi l’hardware, ma non il software…

Ci parli di “Solo” lo spettacolo che vedremo all’Alfieri…

“Solo” è uno spettacolo che è molto di più 65 personaggi che porto in scena , è anche uno spettacolo di sogno in cui le sorprese di susseguono a un ritmo vertiginoso. Accanto alle trasformazioni ci sono le ombre cinesi, c’è il disegno sulla sabbia, ci sono le luci laser. ‘Solo’ è in sostanza una grande fiera delle meraviglie. Per 90 minuti il pubblico è come se fosse su un ottovolante delle sorprese. C’è, però, anche qualcosa di più profondo: c’è una storia toccante, poetica che è il parco giochi di un quindicenne imprigionato in un corpo di un sessantasettenne, di un eterno Peter Pan, come il mio.  

Fino al 19 maggio sarò in Italia, dal 24 maggio sarò a Barcellona e dal 31 luglio a Edimburgo. 

Per le quattro serate il costo dei pochissimi biglietti rimasti è di euro 52 (47 ridotto) per platea, barcacce e primo ordine di palchi; per il secondo ordine di palchi 40 euro (35 ridotto); per il loggione 27euro (22 ridotto).

Per informazioni occorre rivolgersi alla Biglietteria del Teatro Alfieri tel. 0141 – 399057 \ 399040 con orari di apertura dalle 10 alle 17 e dalle 19 alle 21.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 26 aprile 2024

Massimo Allario