Continua il nostro viaggio nel mondo delle radio, per scoprirne i dietro le quinte ed immaginare la loro futura evoluzione. Questa settimana abbiamo scambiato quattro chiacchiere con la giornalista Betty Martinelli, una delle voci più amate dell’astigiana Primaradio.
Come descriveresti il tuo lavoro?
“Il sogno della mia vita. Sicuramente è un grande privilegio il fatto di avere trasformato una pura passione in un mestiere. La radio è invenzione e realtà al tempo stesso, il fatto di entrare nelle case o nelle auto, oppure nei luoghi di lavoro con la voce è una magia che mi emoziona ogni giorno da quasi trent’anni, da quando, ragazzina alle prime armi ma con tanti sogni, ”tagliavo” da scuola per volare a Radio City a Castelletto d’Orba. Stavo ai telefoni (dieci linee che squillavano ininterrottamente) e mi sentivo parte di un mondo meraviglioso, mettevo a posto i vinili nelle loro copertine assaporando l’odore della musica. La radio è diventata per me una realtà in prima persona ad Asti con Radio Club 80 nel 1983. Ho sempre condotto contenitori mattutini con musica e notizie. Sono a Primaradio dal 1994, e sono giornalista dal 2005. Mi occupo a tempo pieno di informazione regionale. Posso dire di aver attraversato tutte le figure professionali radiofoniche”.
Come è cambiato il mondo della radio negli ultimi 20 anni e quali evoluzioni prevedi?
“La radio è decisamente cambiata. Se vent’anni fa era più semplice avvicinarsi a questo affascinante pianeta, ora occorrono maggiori competenze. Un lato positivo, certo, ma che toglie un po’ della magia dell’improvvisazione. Purtroppo i giovani sono meno vicini a questo mezzo; oggi tra il computer, la musica su internet, youtube, ipod  e altro, credo si sia un po’ perso il fascino dell’ascolto radiofonico. C’è meno voglia di contatto e, forse, meno voglia di sentirsi raccontare la musica e le storie ad essa legate”.
Nel bene e nel male, quanto ha cambiato internet il modo di fare giornalismo?
“La grande mole di informazioni che arrivano dalla rete, rendono il giornalismo più “frenetico”. Diventa più difficile verificare la veridicità delle notizie e si incontrano spesso bufale che vengono diffuse alla velocità del fulmine per timore di “bucare” la notizia. Purtroppo c’è stato il crollo delle vendite dei giornali con pesanti ricadute per i giornalisti. Gli editori sono perennemente alle prese con invenzione di nuovi prodotti. Credo che con l’avvento della rete sia importante creare nuove sinergie”.
È possibile ascoltare Primaradio anche in streaming sul sito www.primaradio.it
Alexander Macinante