Classe 1987, addetta al web marketing per lavoro e blogger per passione, Chiara Parella ha presentato il suo primo libro, “La figlia sfuggente”, per Letteratura Alternativa Edizioni, con illustrazioni di Giulia Cerrato. Quando non lavora, riempie di pensieri, racconti e parole quaderni, file word e bloc notes, sgranocchia saggi e romanzi come patatine, e gira per tutto il Piemonte come una trottola. I viaggi, come per uno dei protagonisti del romanzo, sono la sua più grande fonte di ispirazione. Nata a Torino, ha vissuto tra Cuneo, Milano e Dublino, fino a stabilirsi ad Asti per amore. È una delle collaboratrici editoriali di QuiPiemonte.it, dove si occupa di promuovere il turismo di prossimità. Nel 2019 ha aperto il blog Red&Blue insieme a Giulia Cerrato, in cui recensisce libri, racconta aneddoti e scrive poesie, tutte rigorosamente illustrate. Il suo primo romanzo racconta, attraverso una serie di cartoline, la burrascosa storia familiare di un padre una figlia.

Chiara, cosa puoi svelarci di questa storia?

“Claudio e Francesca sono un padre e una figlia che vivono il loro rapporto in maniera un po’ confusa e ingarbugliata. Fin dall’inizio si delineano dei problemi di cui, andando avanti con la lettura, si scoprono cause e conseguenze. Un po’ per il carattere di Claudio, un po’ per il suo lavoro che lo porta spesso lontano da casa e un po’ a causa del divorzio dei genitori, il rapporto tra i due va a perdersi durante gli anni dell’infanzia e della giovinezza di Francesca. Gli unici mezzi di comunicazione sono le cartoline che Claudio manda alla figlia durante i suoi viaggi di lavoro e non. Ogni capitolo del libro inizia con una cartolina e attraverso questa lettura Francesca ripercorre sia la storia del rapporto con suo padre che la sua storia di crescita personale. Le cartoline sono un filo conduttore e uno dei pochi segnali a cui Francesca si attacca per testimoniare la presenza di questo padre nella sua vita, perché altrimenti sarebbero più le difficoltà, i litigi e le discussioni che i ricordi belli. Sono palliative, uno scudo per combattere contro le sue paure nei confronti del passato e del futuro, ma allo stesso tempo fautrici di una distanza che diventa sempre più incolmabile con il passare degli anni”.

Com’è nata l’idea del tuo primo libro?

“Fare la scrittrice è sempre stato il mio grande sogno. Già alle elementari avevo scritto un piccolo libro. Dopo il liceo classico volevo iscrivermi alla facoltà lettera antiche, ma alcune circostanze mi hanno portata a scegliere tecnologie agroalimentari. Il mio lavoro oggi è questo, sono product manager per Candioli Pharma, ma il mio cuore appartiene ai libri. Ho partecipato a diversi concorsi con i miei racconti, qualcuno, come il Verba Volant, l’ho anche vinto. Ma prima di pubblicare questo libro però ci ho lavorato per tre anni, era troppo importante per me. I protagonisti sono un mix di varie esperienze, personali e non, con cui sono entrata in contatto negli anni. Non solo il tema del divorzio e delle famiglie allargate, che orami sono più che normali, ma anche i mezzi attraverso i quali si sviluppano i rapporti tra genitori e figli, soprattutto quando questi a loro volta sono diventati adulti. È narrativa pura, fatta di vita reale, e il mio esordio letterario non poteva essere che questo”.

Cosa pensi possa riservarti il futuro?

“Spero e penso che ci saranno altri libri. Idee e occasioni non mancano. Mi piacerebbe anche dedicarmi alla saggistica, mettendo insieme ed approfondendo i temi di cui mi occupo per QuiPiemonte e PiemonteNews. Le tradizioni enogastronomiche, la storia della nostra regione. Per ora però voglio concentrarmi su questo romanzo, godermelo e sperare che arrivi a più persone possibili, soprattutto a quelle che potrebbero avere bisogno di leggere “La figlia sfuggente”. Per ora le presentazioni del libro sono bloccate e quindi mi sto muovendo tramite il mio blog e Instagram, preparando dirette con alcuni book influencer. Ma sono solo all’inizio, un’esordiente, e spero di migliore nei miei prossimi lavori”.

Elena Fassio