marco vieccaGrande attesa per la prima nazionale dello spettacolo Antigone di Vittorio Alfieri, che debutterà sabato 16 gennaio 2016 alle 21 al Teatro Alfieri di Asti Con la regia di Marco Viecca, scenografie e disegno luci di Claudio Zucca e costumi di Jane Ernest, gli attori Daniela Placci (Antigone), Marco Viecca (Creonte), Rossana Peraccio (Argia) ed Eros Emmanuil Papadakis (Emone), daranno vita alla tragedia del poeta astigiano. Lo spettacolo fa parte del progetto “Vittorio e Antigone a Palazzo” organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, con la compartecipazione del Comune di Asti, la realizzazione della Fondazione Gabriele Accomazzo per il Teatro e la collaborazione della Fondazione Centro di Studi Alfieriani di Asti, in occasione della prossima riapertura di Palazzo Alfieri. Collaborano inoltre al progetto il Consorzio Universitario Asti Studi Superiori e l’Associazione ex Allievi Liceo Classico Vittorio Alfieri di Torino. Marco Viecca, attore e regista, membro dell’Actor’s Center of Rome, tra le varie esperienze teatrali, cinematografiche, registiche e didattiche, è stato coprotagonista nel 2000 dell’edizione del “Divorzio” di Vittorio Alfieri per la regia di Ugo Gregoretti, nella parte del Conte Ciuffini, e insegnante senior lecturer di “tecniche teatrali” nel 2012 presso l’Università statale KUG di Graz, in Austria. Come è stato portare sul palco la tragedia alfieriana? In Antigone si concentrano in modo evidente le asperità del pensiero alfieriano. Essa contrappone in modo mirabile le logiche della ragion di stato a quelle umane: il sentimento è calpestato, umiliato, soffocato, al servizio delle necessità di Tebe e strumentalmente utilizzato dal tiranno”. Per quanto riguarda le scenografie e i costumi che scelte sono state fatte? Fa da sfondo la città di Tebe rivisitata in chiave post apocalittica, non contestualizzata nello spazio e nel tempo, vittima della stupidità umana.Le sue macerie sono appunto una similitudine della rovina dell’ignoranza che porta decandenza nella società. A livello recitativo quali sono state le difficoltà? E’ stato uno sforzo registico importante e ho cercato di adattare i testi, pur mantenendo gli endecasillabi,in chiave corrente per renderli più fruibili e fluidi. La scena poi è ricca di azione, proprio come le storie di Shakespeare, soprattutto Riccardo III  e sono violente, sanguinose, con scontri fisici. Uno dei punti più ostici è stata la memorizzazione dei versi , ma lo stesso autore fa sì che il personaggio che viene interpretato assorba automaticamente l’aspetto e il carattere di ciò che il trageda aveva in mente. L’ingresso è libero e gratuito. Per informazioni: 0141.399057 – 399040.