Auspica una collaborazione tra il territorio del Monferrato e quello di Langhe e Roero, così come già avvenuto con la creazione dell’Atl unica che rappresenta. Mariano Rabino, presidente dell’Ente Turismo Langhe, Monferrato, Roero, palesa il suo interesse nel vedere un territorio unito e vincente, che possa sfruttare ciò che ha funzionato nella candidatura di Asti a Capitale della Cultura 2025, per quella di Alba, Bra, Langhe, Roero per l’anno successivo. A portare avanti la candidatura c’è un omonimo Comitato che sta interloquendo con il territorio per proporsi entro fine anno.

I lavori per la candidatura di Alba, Bra Langhe, Roero a Capitale della cultura 2026 sono partiti. Lei sta seguendo i progetti che il comitato sta portando avanti?

“Il comitato è appena stato insediato e l’Ente Turismo non ne fa parte, almeno a questo punto. Penso che nelle prossime settimane ci sarà un’interlocuzione tra il comitato e noi. Io e il mio cda attendiamo di poterci confrontare per esporre il nostro pensiero. È un pensiero positivo e favorevole rispetto all’ipotesi della candidatura, ma è anche esigente e critico, in maniera costruttiva, nel senso di augurarsi un’apertura nei confronti nel Monferrato”. 

Alcuni progetti inclusi nel dossier di Asti riguardano proprio il territorio del Monferrato e, in parte, delle Langhe. Lei spinge per includere alcune di queste esperienze nel nuovo progetto?

“La candidatura di Asti era decollata come candidatura di Asti città. Poi a un certo punto di definizione della candidatura, ha rivolto le sue attenzioni ad un territorio più vasto, comprendente anche la Langa. Quello che auspico nella mia funzione, è una collaborazione tra due territori che hanno imparato a convivere e a integrarsi, a interagire come un corpo e un’anima sola, e che quando lo fa ottiene grandi risultati. Nel 2014 il riconoscimento Unesco è andato ai paesaggi di Langhe, Roero e Monferrato. Anche con la costituzione, successivamente, di un’unica Atl. Certamente Asti in quanto Asti città, come dice il regolamento del premio, non può ripresentare la candidatura almeno per due anni. Qui si tratta di candidare un territorio, chiedendo ad Alba di fare da punto di riferimento, da leader apripista”.

Parliamo di progetti che sono già stati ideati e che hanno avuto un relativo successo. Forse sarebbe un punto di debolezza non sfruttarli…

“Non c’è dubbio, al di là del merito, penso possa essere utile confrontarsi con una città che si è posizionata al secondo posto, sfiorando il successo pieno. Serve capire cosa si può conservare. Si tratta di non disperdere un patrimonio sviluppato con il dossier di candidatura. Senza non sarebbe una candidatura non ragionevole, intendiamoci, però sono d’accordo con lei. Includendo il Monferrato, sarebbe una candidatura più forte e non metteremmo in discussione partnership che abbiamo instaurato fino ad ora”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 19 maggio 2023

Danilo Bussi