Dopo l’anteprima di maggio, giovedì prossimo prenderà il via Asti Teatro, giunto alla quarantaseiesima edizione.

L’apertura ufficiale avverrà alle 21,30 in piazza Italia con la “Mitica passeggiata circense” con Milo Scotton e gli acrobati della compagnia ArteMakìa.

Il festival dedicato al teatro contemporaneo e a nuove forme di drammaturgia, propone da sempre un ricco cartellone di prime nazionali e regionali. Il Festival, rinomato per la sua capacità di riunire le proposte più diverse ed eterogenee, anche quest’anno sarà diretto da Mario Nosengo, con la collaborazione di Eugenio Fea.

Ma sentiamo direttamente dalla voce del direttore quali saranno le proposte di quest’anno.

Qual è il “leit motiv” di Asti Teatro 2024?

“Il tema portante è la nostalgia nel passato, presente e futuro. Con l’assessore Candelaresi abbiamo condiviso questo filo conduttore. La nostalgia di un passato che non c’è più, con un presente e un futuro da costruire e di cui dobbiamo tenere conto, ma che si libera delle connotazioni più malinconiche e assume il valore di dialogo costruttivo intergenerazionale, attualizzando storia, folklore e tradizione in chiave turistica, oltre che culturale e sociale. Il ritorno al passato è un tema costante, agli anni ’80, ’90 e 2000, perché è ricco di valori che non verranno mai meno, perché forse si stava meglio, c’era più ottimismo. La tecnologia ci permette un collegamento tra passato, presente e futuro. Per i giovani, under 35, protagonisti nel pre-serale del festival, il passato è un tema ricorrente con il linguaggio di oggi”.

Dopo l’esperienza dello scorso anno quali sono le cose che si è ripromesso di non fare più, quali ha riproposto e quali novità ha in serbo per il 2024?

“L’obiettivo di questo festival è attrarre un pubblico valido, e, secondo me, con questo programma lo possiamo fare. I vari generi che proponiamo sia in prima regionale che nazionale sono un fiore all’occhiello, è stato fatto un grande lavoro soprattutto per il pubblico e poi anche per gli enti contributori fondamentali per il finanziamento del festival. L’esperienza dello scorso anno è stata, fondamentalmente, positiva. Per me era la prima volta, è stata una grande responsabilità, un festival deve essere pensato per ottemperare alle esigenze di tutti: pubblico ‘in primis’, enti contributori, esigenze politiche. Il cartellone nel 2023 è stato sviluppato in poco più di due settimane”.

Quali sono gli obiettivi dell’edizione 2024?

“Quest’anno è un’altra storia, l’abbiamo sviluppata in un modo più chiaro, cercando di contemplare le varie esigenze e di accontentare una larga fascia di pubblico: sarà un festival trasversale con il musical, il teatro danza, la commedia musicale, la prosa con un grande lavoro di Eugenio Fea e anche di Marina Occhionero, per quest’anno solo dietro le quinte ma dal prossimo mi auguro anche in scena. Vorremmo diventasse un trampolino di lancio per tutte le compagnie che debuttano in prima regionale o nazionale affinché possano entrare nei vari circuiti grazie al nostro contributo”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 7 giugno 2022

Massimo Allario