Il nostro viaggio nel mondo astigiano della cultura non si ferma, il covid ci ha condizionati come non mai, ma ci ha dato modo di guardare il mondo da prospettive diverse ed incontrare persone che non si arrendono mai, che cercano in ogni modo di adeguare la loro arte alle esigenze del momento.

Una di queste è Martina Lovece, giovane e promettente attrice astigiana, che con i suoi compagni di viaggio ha creato una piattaforma on-line Drama Shot che permette atuuti di seguire le loro performance tatrali.

Abbiamo occasione di incontrarla e di conoscere da vicino Martina, la sua breve ma intensa carriera e siamo anche curiosi di conoscere questo nuovo progetto che può essere seguito da tutti.

Quando è scoccata la scintilla del teatro?

Mamma dice che ho cominciato a fare teatro a 4 anni, quando ci trovavamo per le cene natalizie a casa degli zii e con i miei cugini interpretavo i personaggi del presepe. Per tutta l’adolescenza ho frequentato corsi di teatro a partire da una piccola stanzetta dell’ex Centro Giovani con l’attore Mario Nosengo e durante tutto il Liceo esibendomi, con la mia classe, anche al Goethe Institute e al teatro Gobetti di Torino.

Era tutto un gioco però. La mia scintilla consapevole è scoccata mentre frequentavo l’università. Dopo un lungo periodo di congedo dal teatro ne ho sentito la forte mancanza e ho deciso che mi sarei rimessa a studiare e avrei intrapreso questo mestiere.

Ci parli della sua esperienza con Sergio Danzi e Ileana Spalla…fino ad Attori Doc…

Sergio e Ileana sono le due persone che mi hanno accolta come una figlia nel loro Arcoscenico, facendomi riavvicinare al teatro.
Mi hanno insegnato la fatica dello stare in scena e la costanza mentale e fisica che ci vuole per inseguire questa professione.

Ho partecipato con loro a diverse rappresentazioni e concorsi tra cui “Attori Doc”, dove ho conosciuto attori eccezionali, con cui ancora oggi sono in contatto, e giurati come Glauco Mauri e Sabina Vannucchi.
Dico solo che quando torno ad Asti chiamo prima Sergio e poi mia mamma!

Ci parli del progetto Drama Shot: come nasce… che cosa si prefigge… è il frutto del lockdown ?

A Gennaio con i miei compagni abbiamo deciso di riprendere in mano un testo a noi molto caro e portarlo in scena in maniera innovativa. Non potevamo certo immaginare che saremmo stati tutti sommersi da un evento come il lockdown.

Abbiamo scelto però di non fermarci. Abbiamo proseguito il lavoro sul testo, grazie alle piattaforme di meeting online, e con il passare dei mesi l’idea di uno spettacolo “live” è stata sospesa per lasciare spazio a qualcosa di facilmente raggiungibile da tutti, anche in circostanze eccezionali come queste.

Così a Luglio è nata Drama Shot, una piattaforma social in cui potevamo continuare a mostrare il nostro lavoro teatrale – ma in altre vesti.
Sotto forma di miniserie portiamo i classici teatrali con la tecnica di ripresa del Point of View (un tipo di ripresa soggettiva).

Abbiamo chiesto l’aiuto di un regista-videomaker (Riccardo Alessandri), musicisti e fotografi per far sì che diventasse un progetto completamente inedito e hanno risposto tutti con estremo entusiasmo. Questa è una delle cose che ci rende più orgogliosi: c’è voglia di fare arte.

Drama Shot è un progetto ancora in divenire, molto più grande di ciò che adesso si vede sui social e speriamo di poterlo portare avanti come stiamo facendo.

Ci tengo anche a dire che la fotografia è curata da Michela Piccinini.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 13 novembre 2020

Massimo Allario