La grande stagione dell’Alfieri sta volgendo al termine non prima di offrire all’affezionatissimo pubblico ancora spettacoli di alto livello.

Mercoledì 3 aprile alle 21 sarà la volta di Paolo Hendel, volto storico del panorama comico italiano, noto per i suoi personaggi strampalati e per la sua ironia graffiante.

Presenterà lo spettacolo “Niente Panico”, monologo nel segno di una dichiarata leggerezza come citato nel titolo, scritto insieme a Marco Vicari con la regia di Gioele Dix. Per ridere e pensare.

Come è nata la sua grande passione ?

Ci parli dello spettacolo “Niente Panico”.

“Per caso, non ho mai pensato di fare l’attore comico, tutto è nato quasi da un bisogno fisiologico di salire su di un palcoscenico senza sapere cosa dire e cosa fare, dopo le serate trascorse a ridere e scherzare. In quel periodo a Firenze c’era un gran fermento, tanti locali che ti permettevano di esibirti. Lo spartiacque fu quando dovetti salire sul palco di un concerto di David Riondino per spaccarmi un’ananas in testa che poi divenne un’anguria…”.

“E’ il terzo spettacolo che faccio con Gioele Dix con cui c’è una grande armonia, una forte sintonia con il gioco comico: lui tiene a bada le mie esuberanze e quando esagero con le battute troppo spinte mi richiama all’ordine, e poi c’è la collaborazione storica con Marco Vicari, un gruppo di lavoro a tre che funziona egregiamente. Il monologo ruota attorno alle visite quotidiane a un amico ricoverato in ospedale, al quale ogni volta racconto cosa succede nel mondo. I temi non mancano, ridere delle cose della vita che spesso non sono allegre è un bisogno fisiologico di ridere di una realtà negativa. “Niente Panico” è un cercare di non farsi prendere dal panico rovesciando le paure in un gioco. Io ho la fortuna di farlo in teatro insieme al pubblico: è un’esperienza straordinaria”.

Lei affronta le paure e le ansie con la sua grande ironia?

“Basta accendere la tv su un canale e si parla del rischio della terza guerra mondiale, su un altro canale incombe il rischio ambientale, su un altro del progetto del ponte sullo stretto di Messina e scontro fra le correnti del Partito democratico. Anche il meteo è causa di ansie e di paure. Quando ero ragazzo leggevo le previsioni del tempo a mia nonna, adesso c’è sempre qualcosa di eccessivo che ci aspetta  come la “sciabolata artica” che fa più pensare a Goldrake che al tempo; poi d’estate c’è il riscaldamento globale con il sopraggiungere di temibili anticicloni africani: Caronte, Lucifero, Nerone. E poi ci sono i negazionisti e le teorie cospirazioniste, ordite dal desiderio di un nuovo ordine mondiale con Soros, Obama, Tom Cruise e Celine Dion. Manca solo l’Orso Yoghi. Persino il papa è pessimista e questo è preoccupante davvero. Proprio per questo la satira diventa necessaria e vitale”.

Con lei non si può non ricordare CarCarlo Pravettoni, uno dei suoi personaggi più celebri riapparso di recente nella trasmissione della Gialappa’s.

“Con l’attuale governo dovrebbe essere almeno ministro, invece lo hanno lasciato da parte, lui è rimasto molto deluso. Per le serate mondane si mette i tacchi a spillo. Quando lo chiamano, io lo lascio libero. Lui è un vulcano”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 29 marzo 2024

Massimo Allario