Simone Coppo, il giovane attore astigiano, originario di Refrancore, impegnato in numerose produzioni internazionali, respira creatività sin da ragazzo quando faceva l’artista di strada.

Sempre in “movimento”, come ama definirsi, in linea con le sue origini in cui l’appartenenza geografica è un concetto abbastanza astratto con una mamma siciliana, un papà monferrino e un’infanzia trascorsa a Belo Horizonte. Dopo aver frequentato il Liceo ClassicoAlfieri e l’Accademia “Paolo Grassi” a Roma, la sua carriera è esplosa fino a farlo diventare una star internazionale. Ma, nonostante tutto, Asti, rimane la sua città, da dove tutto è cominciato.

Nonostante lei sia costantemente impegnato anche all’estero, lei si è ritagliato uno spazio per organizzare un workshop nella sua città.

“E’ stata un’esperienza bellissima: il laboratorio di recitazione cinematografica che abbiamo organizzato all’ Arcoscenico. Tre giorni veramente pieni di tante cose, tra il 19 ed il 21 gennaio. C’erano 12 partecipanti, un gruppo variegato, eterogeneo e stimolante: dai principianti assoluti per finire a professionisti veri e propri con una certa esperienza, il più giovane un ragazzo di 15 anni. Abbiamo creato un lavoro sartoriale cucito sulla persona realizzando, allo stesso tempo, una grande intesa di gruppo. Il focus del workshop era imperniato sulla recitazione cinematografica, pur non essendo imprescindibile l’aspetto teatrale. Siamo riusciti a creare una “mantecatura” tra i partecipanti pur lavorando individualmente su ognuno di loro: ogni partecipante ha potuto lavorare la sua scena insieme al sottoscritto. Le riprese sono state consegnate ai corsisti che potranno utilizzarle nei loro percorsi formativi e per i casting futuri. Avevo sentito preventivamente tutti i partecipanti per conoscere le loro aspettative, per impostare un lavoro mirato su ognuno di loro. Ci ho messo tutta la cura, la passione e l’energia che avevo in corpo e credo che tutti si siano portati a casa qualcosa. Addirittura si è creato un gruppo whattsapp per mantenere i contatti”.

Mi pare di capire che a breve di workshop ce ne sarà un altro.

“Ho inserito sul mio profilo di Instagram alcune riprese di quello appena finito e ho ricevuto richieste da ogni parte d’Italia, ma mi piacerebbe riproporlo ad Asti e credo che lo faremo a breve, ma non ho ancora la certezza sulle date. Devo ringraziare di cuore Sergio Danzi e Ileana Spalla per la loro preziosa collaborazione, hanno un amore incredibile per il loro lavoro, sono capaci di trasmettere amore e grande onestà intellettuale”.

Non possiamo non parlare di alcuni dei suoi recenti successi, come “La seconda via”.

“La seconda via” non è un film di guerra ma un film che parla di uomini in guerra, mosso dall’esigenza di raccontare la storia di quei ragazzi che sono stati mandati, per ragioni politiche completamente ottuse, a morire nel 1943 durante la campagna di Russia. E’ stata un’esperienza particolare, anche di preparazione e di ricerca seguendo il percorso storico dei reduci. Ho interpretato il tiratore scelto della compagnia, Zaina, per cui ho frequentato il poligono e imparato a sparare, abbiamo girato di notte e in mezzo alla neve”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 1° marzo 2024

Massimo Allario