Una stanza tutta per sé per la scrittrice americana Virginia Wolfe era un luogo dove ritirarsi, meditare e poter creare. Un luogo di libertà e pace. Oggi la stanza tutta per sé è il luogo dove le vittime di violenza domestica potranno denunciare i propri aguzzini. Un luogo di libertà frutto finale del progetto del Club Soroptimist e dell’Arma dei carabinieri. Un programma nazionale che è arrivato ad Asti, più precisamente nella caserma del comando provinciale di via delle Corse dove mercoledì è stata inauguarata una stanza dedicata alle donne abusate e molestate. Si tratta di uno spazio accogliente, con un angolo adatto ai bambini, dove le donne potranno trovare conforto, ma anche denunciare il proprio aguzzino. L’area, dotata di un salottino, di un bagno e di un ufficio appartato, si trova appena dopo l’ingresso della caserma, una scelta studiata, per far sentire meno a disagio le donne. “Scegliere di denunciare è un atto coraggioso che deve essere incoraggiato il più possibile – ha commentato il comandante provinciale dei carabineiri Bernardino Vagnoni -. Grazie alla collaborazione con l’associazione Orecchio di Venere una quarantina di militari hanno seguito corsi di formazione per poter essere più preparati ad ascoltare, consigliare e aiutare le donne abusate”. “Il progetto del Club Soroptimist è nato a Torino, grazie all’aiuto dei carabinieri della caserma di Mirafiori e ad oggi ha visto sorgere 80 stanze protette in tutta Italia”, hanno spiegato Daniela Timon presidente della sezione astigiana del Club e Leila Picco, presidente nazionale. La violenza è trasversale  a ceto, cultura, età. Per questo combatterla significa in certo senso anche fare cultura. Oltre all’informazione c’è bisogno anche di inserimenti sociali per le vittime straniere. Più le donne fanno parte del tessuto sociale più hanno strumenti per difendersi e sottrarsi alle molestie fisiche e psicologiche. In questo senso il Soroptimist ha dato vita a un più ampio progetto che ha puntato su corsi di alfabetizzazione per le donne straniere . “Attraverso la conoscenza della lingua e della società in cui si vive si può ottenere la vera integrazione”, ha precisato Picco. Ma anche se la violenza e i femminicidi non sono certo figli degli ultimi anni, vero è che oggi ancora poche vittime trovano il coraggio di denunciare. In Italia solo il 10% delle persone abusate si rivolge alle forze di polizia. “Lo scopo di questa iniziativa è proprio quello  di rendere meno ostili le denunce e offrire sostegno a chi con coraggio sceglie di provare a sottrarsi a un incubo”, hanno commentato durante il taglio del nastro della camera. La stanza azzurra (le vernici sono state offerte dall’Ucic) è stata realizzata grazie alle donazioni di Soroptimist e Orecchio di Venere e vuole essere proprio un luogo di riscatto e nuova libertà. Un’opportunità da cogliere visto che Asti, purtroppo, non riesce ancora a fare eccezione. La percentuale di denunce infatti è nella media italiana. In materia di stalking , la forma di violenza che vede le vittime minacciate, pedinate e ossessionate, nel 2016 le querele sporte sono state 16. Una ventina quelle fatte nel 2015 e che hanno portato all’ammonimento da parte del questore di un stalker, mentre nel 2017 le denunce erano state 27.