giovanni pensabene“La Provincia di Asti: psicodramma istituzionale in un numero imprecisato di puntate. I personaggi di questo psicodramma sono molti, quasi tutti in “cerca d’autore”, gli interpreti invece latitano. Riassunto delle puntate precedenti: 14 febbraio 2008 Roberto Marmo ha rassegnato le proprie dimissioni dall’incarico di Presidente della Provincia di Asti: “per poter valutare compiutamente l’ipotesi di rappresentare il territorio anche in sede nazionale.” 29 ottobre 2012 dimissioni della Presidente Armosino: “………Con le nostre dimissioni diciamo no all’eutanasia della Provincia, no al disprezzo delle autonomie locali, no al commissariamento della democrazia”. Ritengo opportuno, per chiarezza, ricordare che il “Decreto Salva Italia” di Monti che conteneva, tra le altre cose, lo “svuotamento” delle Province venne approvato con largissima maggioranza alla camera il 16 dicembre 2011. Per quanto riguarda i nostri “personaggi”, quello che  voleva “..valutare compiutamente l’ipotesi di rappresentare il territorio anche in sede nazionale” votò a favore; quella che “..diceva no all’eutanasia della Provincia…” non partecipò al voto finale! Gli altri due parlamentari astigiani dell’epoca, Fiorio e Fogliato, votarono a favore il primo e contro il secondo. (Informazioni reperibili agli atti parlamentari) 30 giugno 2014 il Commissario straordinario Alberto Ardìa lascia l’incarico: “…..grazie alla validissima collaborazione del personale dipendente………………..grazie alle sinergie con le Amministrazioni Comunali……………..in virtù dell’impegno pieno e convinto che ho profuso……………..ritengo di poter affermare che una rilevante mole di incombenze siano state portate a termine…………”. Il riassunto delle puntate precedenti ci conferma che nel nostro Paese i “comandante schettino” pullulano, quelli che mancano sono i de falco che urlino “…risalga a bordo cazzo!!!!”. Purtroppo non finisce qui perché “piccoli schettino crescono”! Leggendo infatti il resoconto di un incontro tra sindacati e alcuni rappresentanti dei Sindaci, avvenuto nei giorni scorsi, si scopre che questi ultimi minacciano di non presentare le liste per il futuro Consiglio Provinciale perché non immagginavano che l’Ente versasse in condizioni così disastrate! Ma questi signori negli ultimi 3 anni dove hanno vissuto? Non hanno letto i giornali locali? Non si sono confrontati con le strutture provinciali per servizi come le scuole secondarie o la viabilità? Intanto farebbero bene a mettersi in testa che l’elezione di secondo livello del Consiglio Provinciale non è una loro esclusiva ma riguarda tutti gli oltre 1200 consiglieri comunali della Provincia di Asti. Aver privato i cittadini della possibilità di eleggere i propri rappresentanti è già una decisione che sta nella deriva di tipo autoritario che il nostro Pese subisce da alcuni anni. Non è democraticamente tollerabile che del futuro assetto dell’Ente si discuta in riunioni riservate dalle quali filtrano formule magiche tipo quelle delle formazioni calcistiche. Quella più in voga sembrerebbe il 4-4-2 ma nulla esclude sistemi di gioco più offensivi come il 4–3-3 per esempio”. Giovanni Pensabene, cittadino arrabbiato, dipendente provinciale amareggiato, consigliere comunale non silente