Mercato del lavoro, popolazione, istruzione, indicatori economici, commercio estero, anagrafe delle imprese, credito, turismo: sono solo alcuni degli ambiti di indagine analizzati nella ventesima edizione di “Piemonte in Cifre”, l’Annuario Statistico Regionale curato da Unioncamere Piemonte.
Da oggi i dati aggiornati sono disponibili on line sul sito www.piemonteincifre.it, un importante strumento che raccoglie le principali statistiche socio-economiche a livello regionale e provinciale, con l’obiettivo di far conoscere il territorio piemontese sotto diversi e complementari punti di vista.

“Uno dei compiti istituzionali delle Camere di commercio è quello di essere un punto di osservazione privilegiato dell’economia locale. In questo ci impegniamo da 20 anni, soprattutto grazie a ‘Piemonte in Cifre’, perché crediamo che solo attraverso informazioni precise si possono prendere decisioni politiche e imprenditoriali efficaci, a maggior ragione all’interno di un quadro economico così instabile e delicato – sottolinea il Presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello -. La nostra regione resiste grazie all’export, nonostante la produzione industriale rallenti la propria corsa e la disoccupazione e il ricorso agli ammortizzatori sociali da parte delle imprese crescano. Questo è il momento di uno scatto d’orgoglio reale di tutte le istituzioni. Questo è il momento di pensare allo sviluppo e a piani di crescita immediati per l’intero tessuto produttivo del nostro Piemonte”.

Popolazione
In base ai dati Istat, al 31 dicembre 2010 la popolazione residente in Piemonte ammonta a 4.457.335 abitanti, in crescita di 11.105 unità rispetto al 1° gennaio dello stesso anno, frutto di un saldo migratorio positivo pari a 21.505 unità e di un saldo naturale negativo per 10.400 unità.
La popolazione straniera residente in Piemonte al 1° gennaio 2011 è di 398.910 unità, pari all’8,9% della popolazione totale, quota in costante crescita negli ultimi anni. Uno straniero su cinque ha meno di 15 anni; l’incidenza percentuale della popolazione straniera sulla popolazione totale in questa classe di età sale al 13,5%.
Il principale Paese di provenienza dei residenti stranieri in Piemonte è la Romania, con una quota del 34,4% sul totale.
In base ai primi risultati provvisori del Censimento della popolazione e delle abitazioni 2011 recentemente diffusi dall’Istat, nel 2011 la popolazione residente in Piemonte risulterebbe in calo, con 4.367.394 abitanti.

Mercato del lavoro
In base alla “Rilevazione sulle forze di lavoro” dell’Istat, gli effetti negativi della crisi economica internazionale hanno continuato a manifestarsi sul mercato del lavoro piemontese anche nel 2011. I dati riferiti alla media dell’anno mostrano come gli occupati in Piemonte ammontino a 1.867mila, l’8% circa degli occupati in Italia. Il 56% è di sesso maschile mentre la presenza femminile appare ancora minoritaria, sebbene in crescita.
A livello settoriale sono i servizi a concentrare il maggior numero di occupati (il 63% del totale); l’industria genera il 34% dell’occupazione piemontese, mentre solo il 3% si dedica all’agricoltura.
Il tasso di occupazione della popolazione in età 15-64 anni risulta pari al 64,3%, contro il 56,9% registrato a livello nazionale. Il tasso di occupazione femminile ha raggiunto i 55,8 punti percentuale, mentre quello maschile si attesta al 71,5%.
Le persone in cerca di occupazione risultano 154mila, 77mila uomini e 77mila donne. Si è registrato un tasso di disoccupazione del 7,6%, dato migliore rispetto all’8,4% segnato a livello nazionale. La disoccupazione maschile si attesta al 6,9%, mentre quella femminile all’8,6%. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-29 anni) è pari al 16,6%, a fronte di un dato nazionale del 20,5%.
Anche nel 2011 si è verificato un importante ricorso delle imprese piemontesi alla Cassa integrazione guadagni: le ore complessivamente autorizzate ammontano, infatti, a quasi 146 milioni.

Istruzione

Nel mondo dell’istruzione piemontese si contano, nell’anno scolastico 2010-2011, 587.058 studenti tra scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di I e II grado; l’11,6% (pari a 68.309) è straniero. L’incidenza maggiore, intorno ai 13 punti percentuale, si riscontra nella scuola dell’infanzia e in quella primaria, dove si collocano gli stranieri di seconda generazione, che crescono e studiano nel nostro Paese.
Dai dati sugli indirizzi scolastici delle scuole superiori emerge come il 33,4% degli alunni frequenti un istituto tecnico, il 33,4% un liceo, il 20,8% un istituto professionale, mentre i restanti scelgano il liceo artistico o quello magistrale.
Gli Atenei piemontesi contano, nell’anno accademico 2010-2011, 98.723 iscritti, oltre 3mila unità in più rispetto al precedente. Nell’anno solare 2010 i laureati presso gli Atenei piemontesi sono stati quasi 18mila, anch’essi in aumento rispetto all’anno precedente.

Indicatori economici
Secondo le ultime stime elaborate da Prometeia, nel 2011 il Pil ha registrato, rispetto al 2010, un aumento dello 0,4% (variazione a prezzi costanti) a livello nazionale e un incremento dello 0,7% a livello piemontese. Il Piemonte continua a mantenere pressoché invariato il suo contributo alla formazione della ricchezza nazionale, producendo, con 123.589 milioni di euro: il 7,9% del Pil italiano.
Dal confronto con le altre regioni, effettuato considerando il valore aggiunto per unità di lavoro, emerge che il Piemonte, con 56.892 euro per unità di lavoro, si colloca al di sotto del valore nazionale (58.473 euro) e al 9° posto della classifica italiana, con la Lombardia (68.944 euro) e il Lazio (65.543 euro) nelle prime due posizioni.

Dal punto di vista settoriale, sono i servizi a creare, nel 2011, il 70,9% del valore aggiunto regionale; l’industria contribuisce con una quota del 27,6%, mentre è pari all’1,5% il contributo dell’agricoltura.

Commercio estero
Nel 2011, il valore delle esportazioni piemontesi ha raggiunto i 38,5 miliardi di euro, registrando un incremento dell’11,8% rispetto al 2010. Anche le importazioni hanno manifestato una dinamica crescente (+9,6%), attestandosi sui 29,0 miliardi. Il saldo della bilancia commerciale piemontese si mantiene, quindi, attivo per 9,6 miliardi di euro, in crescita rispetto al valore del 2010 (8,0 miliardi di euro).
L’incremento realizzato dalle esportazioni regionali si colloca in linea con il dato medio nazionale (+11,4%); il Piemonte si conferma, anche nel 2011, la quarta regione esportatrice, con il 10,3% dell’export complessivo italiano.
La crescita dell’export piemontese non ha interessato tutti i comparti. I mezzi di trasporto, che generano il 21,7% delle vendite oltre confine complessive, ha infatti registrato una lieve flessione (-0,9%), frutto della diminuzione dell’export di autoveicoli (-7,0%), solo parzialmente compensata dalla crescita delle vendite all’estero di componenti auto veicolari (+4,8%). Secondo comparto per quota detenuta sull’export complessivo, la meccanica ha messo a segno un +15,9% rispetto al 2010. Particolarmente brillante la performance dell’export di metalli e prodotti in metallo (quarto per importanza rivestita sulle esportazioni complessive), che ha registrato un aumento del 22,7%. Superiori alla media regionale anche gli incrementi registrati per i comparti alimentare (+12,1%) e del tessile-abbigliamento (+14,8%).
Il principale bacino di riferimento risultai, anche nel 2011, l’Ue 27, che convoglia il 61,7% dell’export piemontese, contro il 38,3% destinato ai mercati extra-Ue.