C’è un nuovo tassello nella querelle che vede l’assessore alla cultura di Asti Massimo Cotto contrapposto al direttore responsabile del sito AltritAsti e giornalista Alessandro Mortarino. Proprio quest’ultimo sul portale d’approfondimento ha pubblicato un articolo in cui sottolinea la sua iniziale intenzione: non un attacco frontale a Cotto ma la volontà di analizzare la debolezza della politica locale. L’assessore però sentendosi “preso di mira” aveva deciso di querelare il blogger, scatenando così una serie di polemiche. “Non ho niente contro Sandro Mortarino – scrive Massimo Cotto in un intervento pubblicato sul portale Altritasti – che molte persone che stimo definiscono una brava persona. Se ho deciso di querelarlo è perché ho trovato lesive le sue affermazioni. Posso sbagliarmi, come rientra nella logica delle cose. Deciderà il giudice. Io credo che compito di un giornalista sia quello di informarsi e dosare le parole, distinguendo il diritto di critica dal pericolo di offendere anche in modo pesante. Quando le parole non escono dosate nel modo giusto, credo che chi si sente colpito ingiustamente abbia il diritto di difendersi e tutelarsi nelle sedi opportune…”. Successivamente Cotto riassume il suo punto di vista sulla vicenda: “Il sindaco Fabrizio Brignolo mi ha chiesto di mettere gratuitamente a disposizione della nostra città il mio sterminato archivio: 35.000 dischi e cd, migliaia di libri di musica, quintali di memorabilia raccolti negli ultimi trent’anni. Ora, chiedo a ognuno di voi di escludere gli affetti familiari e poi di individuare la cosa che più vi sta a cuore: per me sono i dischi, la mia vita. dentro ognuno di loro c’è un pezzo della mia esistenza, della mia storia, un ricordo, una canzone, un sorriso, una lacrima. Decido comunque di accettare la proposta di Brignolo e di liberarmi di loro. Con dolore, ma lo faccio per la mia città. Mi convinco che è la scelta giusta, anche se, ripeto, dolorosa. Poi leggo un articolo dove si dice che sono un soggetto economico, che nonostante le definizioni di wikipedia, significa una cosa sola: attorno a me ci sono interessi economici di cui posso beneficiare. Bene, cosa avreste fatto al mio posto? Quello che ho fatto: querelare chi ha scritto queste cose e naturalmente decidere di non dare più il mio archivio alla città di Asti. Mortarino si è spiegato male ? Possibile. Ma dev’essere lui a spiegare bene, non io a giustificarmi. E deve spiegare a me e non a voi, che siete il suo pubblico. Niente di quello che ha scritto corrisponde al vero: nessun progetto è arrivato sulla mia scrivania, nessun progetto arriverà mai, non sono un soggetto economico, non guiderò la casa della musica. L’assessore Cotto e il cittadino Cotto, come sempre da quando ricopro questa carica, sono due figure nettamente separate. Ho solo accettato di regalare, da vero coglione, un pezzo della mia vita”. Mortarino replica sul sito AltritAsti: “La questione che avevo posto non era certamente quella di denunciare atti illeciti da parte di Cotto o di chiunque citato nel mio primo articolo, ciò che avevo messo in luce (e mi pareva ben chiaro) era di mettere in discussione la debolezza della politica locale nel progettare una nuova socialità, il che genera da parte dei “portatori di interessi” (non soltanto economici o finanziari, ma anche sociali) la necessità di “fare il salto della barricata” per vestire (anche) ruoli di rilievo nella compagine amministrativa, il che rischia (a mio avviso) di ridurre parecchio il già sottile confine tra progettista (privato) e autorizzatore (pubblico), il che produce la sensazione che “la politica sia oggi solo fare i propri interessi personali”, frase molto di moda nei mercati rionali, nei bar, sulle carrozze ferroviarie e ovunque la gente “normale” dibatte di “cosa pubblica” e di “bene comune”. E che credo proprio non ci possiamo (più) permettere”:
Cotto vs Mortarino: la “querelle” continua
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