notavAnche la Federazione del Sel di Asti risponde all’appello di mobilitazione nazionale, lanciato dal Movimento No Tav, per sabato 22 febbraio e sarà in piazza ad Asti contro la criminalizzazione del Movimento e contro lo spreco di denaro pubblico. L’appntamento è alle 15 in piazza Marconi. “Con tale iniziativa Sel si impegna a chiedere che le Istituzioni trasferiscano le risorse pubbliche, impiegate nel Tav, verso politiche di difesa e manutenzione del territorio, verso le politiche dell’abitare, ed a vantaggio della dignità del lavoro” spiega Elena Pascali, la nuova coordinatrice provinciale di Sinistra, Ecologia, Libertà. Alla manifestazione parteciperanno anche altri movimenti fra cui il Coordinamento Asti Est. Di seguito pubblichiamo un commento firmato dal suo presidente Carlo Sottile. “E’ legale tenere centinaia di migliaia di case vuote mentre le persone vengono sfrattate. E’ legale che le fabbriche prendano milioni e milioni di finanziamenti pubblici per poi chiudere e licenziare chi ci lavora. E’ legale chiudere o portare allo sfascio, con la scusa che “non ci sono i soldi”, scuole, ospedali e trasporti pubblici, mentre allo stesso tempo si regalano finanziamenti miliardari alle banche, si devasta l’ambiente per costruire grandi opere inutili e dannose, si comprano costosissimi strumenti di guerra. Per i fautori di questa legalità, chi è costretto a pagare le spese di tutto questo, dovrebbe subire in silenzio. Se invece si organizza e lotta per conquistare i propri diritti, le conseguenze legali si fanno pesanti: vengono contestati reati abnormi, gli arresti cautelari si sprecano, i processi in tribunale vanno avanti a passo di carica.  Quattro militanti del movimento che si oppone alla costruzione del super-treno in Val di Susa sono rinchiusi in carcere con l’accusa di terrorismo perché avrebbero “arrecato danno all’immagine dell’Italia”. Altri militanti dei movimenti rischiano condanne oltre i 10 anni per la manifestazione del 15 ottobre 2011. Facchini che hanno scioperato per migliorare le loro condizioni di lavoro sono stati “fermati” in carcere per alcuni giorni. Disoccupati napoletani che si sono organizzati per chiedere un lavoro e una vita dignitosa, sono stati accusati di estorsione ed arrestati il 13 febbraio scorso. Nello stesso giorno militanti dei movimenti sociali romani sono stati colpiti da 7 arresti e 10 obblighi di firma. Altri militanti sono stati indagati per rapina, resistenza e lesioni dopo la manifestazione del 31 ottobre scorso, durante la conferenza Stato-Regioni. Chiedevano “ una sola grande opera casa e reddito per tutti”. I movimenti che subiscono questa ondata repressiva sono gli stessi che hanno animato la grande manifestazione nazionale del 19 ottobre. “Moratoria degli sfratti, blocco delle grandi opere, no alla vendita del patrimonio pubblico”. Sono gli stessi che con pratiche sociali di auto/organizzazione hanno dato una risposta concreta a chi non potendosi permettere un affitto, rischiava di finire sulla strada. Hanno costituito l’unica opposizione concreta alle politiche di rapina in atto, opponendosi a privatizzazioni selvagge e smantellamento dei servizi pubblici. Gridiamo forte e chiaro che non saranno polizia arresti e tribunali a fermare le legittime lotte per la casa, per garantire una vita dignitosa ad ognuno e ognuna di noi, contro le devastazioni ambientali e le ruberie legalizzate. Chiediamo a gran voce la liberazione di tutti i militanti arrestati nonché la revoca dei provvedimenti di custodia cautelare”.