Facendo seguito all’incontro del 10 febbraio dedicato ai progetti “Agrivillage” e “Porta del Monferrato, delle Langhe e del Roero” e alla luce delle univoche posizioni sostenute anche dalle visioni di Ordini professionali e organizzazioni agricole, vitivinicole e del commercio, il Movimento Stop al Consumo di Territorio Astigiano e la Rete delle 934 organizzazioni che costituiscono il Forum nazionale Salviamo il Paesaggio il 25 febbraio scorso hanno presentato al sindaco di Asti Fabrizioo Brignolo, la richiesta scritta – peraltro già formalizzata il 15 marzo 2013 all’amministrazione comunale di Asti – di deliberare una Variante di salvaguardia al vigente Piano Regolatore per arrestare qualunque nuova edificazione all’interno della superficie comunale della città e consentire così la progettazione di un nuovo strumento di pianificazione urbanistica basato sui dati demografici e sui risultati del censimento del patrimonio edilizio esistente e non utilizzato in città, opportunamente sviluppato dalla stessa amministrazione nei mesi scorsi. Il Movimento ritiene infatti che lo strumento urbanistico vigente non risponda alle esigenze della città e abbia dimostrato di avere fallito le proprie previsioni, pertanto sollecita un percorso che arresti le vigenti possibili nuove edificazioni e definisca un nuovo PRGC correttamente declinato secondo i principi del “consumo di suolo zero” e secondo un iter partecipato con l’intera cittadinanza. Infine si ribadisce la netta contrarietà ai progetti “Agrivillage” e “Porta del Monferrato, delle Langhe e del Roero” per le motivazioni già espresse in più occasioni dal movimento e emerse con viva evidenza anche dai punti di vista dei rappresentanti delle organizzazioni economiche astigiane espressi pubblicamente nel citato incontro del 10 febbraio, richiamandosi alle 10 esigenze fondamentali risultanti dall’incontro stesso: l’introduzione del concetto fondamentale di riuso di quanto già esistente, anche come contrasto al consumo di suolo; la definizione di un piano strategico partecipato per il territorio come prioritaria e precedente a qualsiasi singolo progetto; la considerazione dei concetti di bellezza e autenticità come principi fondanti del piano strategico partecipato per il territorio; la fondazione dei principi metodologici della costruzione di qualsiasi programmazione socio-economica del territorio su coerenza e partecipazione; la valorizzazione dell’esperienza e della capacità delle persone che vivono sul territorio come attori principali delle politiche locali e quindi il finanziamento di comportamenti virtuosi; la difesa della fertilità della campagna in contrapposizione alle mistificazioni meramente commerciali; il riconoscimento di una centralità nello sviluppo locale per il prodotto agricolo; l’interpretazione del cibo legato alla cultura e alla tradizione del territorio come elemento cardine delle strategie di sviluppo sostenibile; la considerazione come elementi imprescindibili in qualsiasi proposta educativa di conoscenza e valorizzazione della cultura e tradizione locale di presupposti di autenticità dell’esperienza; la definizione e la valorizzazione del vero “agrivillage” nella rete dei produttori locali. Il movimento ha contestualmente avviato una raccolta firme per sostenere le richieste di cui sopra in forma di petizione popolare. Sarà possibile firmare in piazza San Secondo l’8 marzo durante il mercato dei prodotti biologici.
Una petizione popolare per dire no ai progetti “Agrivillage” e “Porta del Monferrato”
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