Trentunesimo numero dell’anno per la Gazzetta d’Asti che nel 2025 spegne 126 candeline. Ecco i principali argomenti trattati sul giornale in edicola da venerdì 8 agosto 2025.

E’ caccia aperta ai piccioni

Gabbie in punti strategici di maggiore concentrazione nei centri abitati, mentre “fuori” da essi sarà consentito l’abbattimento da parte degli agenti di vigilanza faunistica e di chiunque sia in possesso di porto d’armi con patentino autorizzativo al contenimento della fauna selvatica, previa la frequentazione di un apposito corso. 

E’ questa la strategia messa in atto dalla Provincia per risolvere il problema piccioni. 

Il piano di contenimento, approvato all’unanimità nell’ultimo consiglio provinciale, è stato stilato da Davide Migliasso, consigliere provinciale con delega alla Caccia, che ha preso spunto dalle esperienze già fatte nelle città metropolitana di Torino e anche in altre regioni d’Italia. 

L’ultimo censimento effettuato dal settore caccia della Provincia ha fornito i numeri del fenomeno. Nel solo capoluogo della provincia si arriva a una concentrazione di 14 mila volatili per chilometro quadrato, 10 mila a Castelnuovo Don Bosco, quasi 3 mila a Isola e 1.900 a Nizza Monferrato. Se si considera che il Comune di Asti si estende per oltre 150 chilometri quadrati, la media è di 28 colombi per ogni residente.

Ma, numeri a parte, c’è chi non è d’accordo con questa strategia. Come  Angelo Rossi, attivista della Lipu, Lega Italiana Protezione Uccelli: “Con la giunta Florio nei primi anni 2000 erano già stati portati avanti piani di contenimento, ma non hanno mai funzionato granché perché si contrasta il problema a valle invece che a monte”.

Data la delicatezza della questione non sono mancate le polemiche anche di natura “politica”, come il botta e risposta tra Maria Ferlisi, capogruppo nel Consiglio comunale del capoluogo per il Pd e gli ambientalisti del gruppo SEqUs.

Ripensando al Giubileo dei Giovani

Cari giovani, pellegrini di speranza, il Giubileo dei Giovani è stato un’esperienza incredibile per tutti noi. Abbiamo avuto l’opportunità di riunirci, di celebrare la nostra fede e di incontrare altri giovani provenienti da tutto il mondo insieme a papa Leone. È stato un momento di grande gioia e di condivisione, ma anche di riflessione e di crescita spirituale. 

Il Giubileo dei Giovani ci ha ricordato che la fede non è solo una questione personale, ma anche una esperienza comunitaria. Abbiamo avuto l’opportunità di partecipare ai vari momenti preparati con cura, con linguaggi adatti alle nuove generazioni, preghiere e riflessioni che ci hanno aiutato a crescere nella nostra fede e a comprendere meglio il messaggio di Gesù, unica nostra speranza. 

Il Giubileo dei Giovani ci ha anche fatto toccare con mano l’importanza della comunità nella nostra vita di fede. Abbiamo incontrato giovani provenienti da tutto il mondo e abbiamo scoperto che siamo tutti uniti nella nostra fede in Gesù. È stato un momento di grande condivisione e di amicizia.

Il Giubileo dei Giovani non è solo un evento, ma anche un punto di partenza per il nostro impegno futuro. Siamo stati chiamati a essere protagonisti di cambiamento e di speranza nel mondo, a essere luce nel buio e sale della terra. Siamo stati invitati a vivere la nostra fede in modo autentico e a condividere il messaggio di Gesù con gli altri. 

Monsignor Repole e le presunte novità sulla Sindone

L’arcivescovo di Torino, mons. Roberto Repole, nella veste di Custode Pontificio della Sindone ha scritto una lettera per replicare alle presunte nuove scoperte circolate in questi giorni, a partire da un articolo del disegnatore brasiliano Cicero Moraes. Moraes è esperto nella ricostruzione tridimensionale di volti storici attraverso software come Blender e Make Human. Le sue conoscenze applicate alla sindone lo avrebbero spinto a ipotizzare che non sia un cadavere umano ad aver lasciato i segni sul telo sindonico, bensì  un bassorilievo.

Analizzando il lavoro pubblicato, il Centro Internazionale di studi sulla Sindone ha eccepito sulla metodologia dello studio stesso e sulla “presunta novità” che parrebbe preludere a conclusioni del tutto nuove sull’autenticità del lino.  Una simulazione non può certo essere prova scientifica certa. Inoltre il fatto che l’immagine sulla Sindone sia una sorta di proiezione ortogonale era già assodato dai primi studi di Vignon e Delage del 1902.

Mons. Repole ha deciso di intervenire con una lettera dai toni duri: “Se non ci si può stupire più di tanto del clamore che certe «notizie», vere o verosimili, nuove o datate, possono suscitare in un circuito mediatico che ormai è globale e istantaneo, rimane la preoccupazione per la superficialità di certe conclusioni, che spesso non reggono a un esame più attento del lavoro presentato. E rimane da ribadire l’invito a non perdere mai di vista la necessaria attenzione critica a quanto viene così facilmente pubblicato”.

Presto rivedremo la facciata del Comune

Sono cominciati i lavori per lo “spacchettamento” del Comune. Dopo un lungo cantiere nei giorni scorsi sono stati tolti i ponteggi, come ha annunciato l’assessore ai Lavori Pubblici e vice sindaco Stefania Morra sui social. La riqualificazione della facciata sta arrivando alla fase finale, insomma. In tempo per la presentazione ufficiale dei fantini che giovedì 4 settembre tornerà a svolgersi sul balcone del Municipio.

Focus

Oltre un chilometro e mezzo di musei. Questa è l’offerta di Asti.

Palio

Il 10 agosto il Palio celebra i suoi 750 anni con una festa “solenne”.

OltreTanaro

Attenti alle truffe del finto tecnico dell’acquedotto.

Sport

Due successi da podio per gli atleti astigiani in atletica e nel nuoto.