Il vincitore di domenica si porterà a casa il drappo dipinto dalla pittrice astigiana Marisa Garramone, la terza donna nella storia paliesca a essere nominata Maestra del Palio.
Marisa Garramone ha conseguito il diploma di maturità artistica presso l’Istituto d’Arte di Asti ed è arredatrice d’interni. La sua prima mostra risale agli anni ‘80, presso la Società promotrice delle Belle arti di Torino, alla quale sono seguite numerose altre esposizioni ad Asti e provincia. Ama da sempre la sua città e lo dimostra attraverso le sue opere che sanno descrivere con colori accesi e vivaci, in uno stile contemporaneo e figurativo, i dettagli più interessanti e le sfumature più suggestive del territorio astigiano.
Tra poche ore il suo drappo verrà assegnato. Quali emozioni prova?
“Non vedo l’ora che sia domenica per poter consegnare come da tradizione il mio drappo al vincitore. Provo una grande emozione al sol pensiero: sono felicissima di aver raggiunto un obiettivo che avevo da tanto, quello di mettere la mia firma sul drappo del Palio”.
Come sono stati accolti i suoi drappi?
“Devo dire che sono stati accolti benissimo. Da maggio, quando sono stati svelati alla cittadinanza, ho ricevuto veramente tantissimi complimenti da parte di tutti. Sono numerose le persone, sia del mondo del Palio che non, che mi fermano o vengono a trovarmi nel mio laboratorio per dimostrarmi l’apprezzamento per il mio lavoro. Molti già mi conoscevano perché ho sempre lavorato per il mondo del Palio: non so, nella mia vita, quanti quadri abbia dipinto su questo tema. Ecco perché realizzare i drappi era veramente il coronamento di un sogno”.
I due drappi che ha realizzato sono molto diversi tra loro. Come mai questa scelta?
“Intanto, perché c’era veramente tanto da raccontare e questa è la prima cosa: i miei drappi sono da leggere, non solo da guardare. Ognuno di loro racconta qualcosa. Il drappo per la Collegiata racconta il Giubileo con l’immagine di papa Francesco e il 750° anniversario della corsa; quello per il vincitore è incentrato proprio sulla competizione, con i nove finalisti che si contendono la vittoria. Tengo a precisare che i colori utilizzati sono dettati da esigenze cromatiche ed estetiche, non sono indicativi di rioni, borghi o comuni”.
L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 5 settembre 2025
Laura Avidano