Oggi è un girano che fa scuola. Con queste parole il sindaco di Asti questa mattina ha annunciato la chiusura definitiva del campo di via Guerra. Una conferenza stampa che si è tenuta proprio ai margini della baraccopoli nella zona est di Asti mentre le ruspe lavoravano per abbattere le casette in cui fino a pochi giorni fa abitavano ancora diverse famiglie romanì.

Un progetto, quello del superamento del campo, iniziato nella Giunta Rasero2, quando il sindaco c chiese la collaborazione dell’Associazione 21 Luglio, che a livello nazionale, ha già lavorato per il superamento di altre simili realtà tra cui quelle di Moncalieri e Collegno. 

“Il primo ringraziamento va alle famiglie che si sono dimostrate collaborative e non hanno creato problemi – ha aggiunto Rasero -. Poi ai nostri Servizi Sociali che si sono spesi h24, lavorando senza sosta, e che hanno creato un clima di collaborazione e anche di fiducia con le famiglie stesse che ha portato a questo importante risultato. Grazie anche alle forze dell’ordine che non ci hanno mai lasciati soli. Se oggi siamo qui in un clima di serenità, a parlare tranquillamente, senza grida, senza proteste, è merito di tutte queste persone”.

Con la chiusura e la sistemazione delle famiglie in altre soluzioni abitative (case Atc, alloggi privati, ma anche vecchie cascine che le famiglie hanno comprato) si chiude una storia lunga 35 anni. “Oggi si abbatte una storia di pregiudizi lunga decenni – ha aggiunto Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 Luglio -. Abbiamo di fronte una comunità che assieme ha deciso di buttare giù un ghetto. Ora i cittadini di via Guerra diventano cittadini come tutti gli altri, ma non è un processo che si chiude qui. Sarà lungo e per le famiglie non sarà facile perché il campo non è solo un luogo fisico ma anche e soprattutto un luogo mentale”.

Oggi quindi si chiude un processo e se ne apre un altro.

“Grazie a un bando che il Comune ha vinto saranno assunti altri 20 educatori che si occuperanno di seguire le famiglie in questo nuovo percorso di vita. Attenzione sarà data anche alla scolarizzazione die giovani”, ha aggiunto Rasero.

Il campo ora verrà sgomberato, le baracche, tranne uno che in questi giorni i proprietari smonteranno per rimontarla altrove, verranno abbattute e poi verrà chiuso con i jersey, per evitare altri insediamenti.

“Chiederemo poi se l’azienda che già in parte aveva acquisito dei terreni appartenenti al campo rom quando le prime famiglie si erano allontanate, ha intenzione di prendere altro spazio – ha concluso il sindaco -. Nel frattempo l’area verrà ripulita completamente dai rifiuti”.

Inizialmente il campo era abitato da circa una cinquantina di famiglia, circa 200 persone con 80 minori. Negli ultimi mesi invece erano rimasti una quindicina di nuclei familiari che, nel tempo, grazie a progetti cuciti su misura dai Servizi Sociali, hanno trovato altre sistemazioni abitative.

Svuotare campo poichiuso con jersey e proposto all’azienda accanto che già aveva acquisito parte dei terreni del campo.

Foto di Roberto Signorini