Il commento al Vangelo di domenica 26 ottobre (Lc 18, 9-14) a cura di Silvia Grasso

Il Vangelo di oggi, secondo me, ci mostra ancora una volta come Dio non pretende che noi siamo perfetti, senza peccati e modelli assoluti da seguire; anzi, tutto il contrario: lui ci apprezza e ci ama proprio perché siamo peccatori. Ci chiede però di essere umili e sinceri di fronte a Lui: quanto più ci mostriamo consapevoli delle nostre imperfezioni e dei nostri errori tanto più Lui ci perdona, ci sta vicino e ci comprende.
Io credo che in questa parabola Dio ci voglia ricordare che l’obbiettivo della nostra vita non è quello di essere sempre buoni, retti e irreprensibili. Il nostro scopo è essere in pace con Lui, fidarci di Lui e affidarci a Lui, offrendogli tutti i nostri peccati e i nostri difetti. Ci insegna che quando ci dimentichiamo tutto questo, ci dimentichiamo dell’amore incondizionato che prova Dio per noi e mettiamo davanti solo noi e il nostro ego ci troviamo estremamente impoveriti e rattristati. Dio ci chiede di affidarci ciecamente e completamente a lui, senza autoesaltarci e lodarci, ma mostrandoci completamente limpidi e sinceri al suo cospetto; solo così riuscirà a farci sentire di nuovo leggeri e spensierati allontanando da noi tutti i pesi che ci ancorano al di sotto del suolo.