Domani, lunedì, al Tribunale di Asti è previsto il processo denominato “Happy Night” relativo alla spaccio di stupefacenti  negli ambienti della “Asti bene”. Il giudice Alessia Ceccardi in una precedente udienza in accordo con la pubblica accusa rappresentata da Luciano Tarditi aveva deciso di escludere dall’aula il pubblico. Il motivo:  la proiezione in aula dei filmati realizzati dalla polizia  con una microcamera nascosta nell’appartamento  del barista Gianpiero Crosetti in via Della Valle. Crosetti nel corso di un  processo con rito abbreviato era già stato condannato a 7 anni di reclusione per le numerose cessioni di droga compiute. Nella camera da letto dove avvenivano le  cessioni di droga seguivano anche i rapporti sessuali. Nell’udienza della scorsa settimana invece il giudice ha cambiato programma anziché esaminare il filmati  ha sentito le deposizioni degli inquirenti e precisamente le dichiarazioni  del commissario Ettore Ricci e dell’ispettore Donato Manzone.
Nel corso dell’ultima udienza sono sorte divergenze tra gli avvocati della difesa: Mirate, Rattazzi, Coda, Esposito e La Matina circa l’interpretazione di registrazioni foniche di discorsi in dialetto piemontese e calabrese.  La difesa vorrebbe riesaminare tali registrazioni. In tutta la vicenda c’è però un pericolo: il rischio prescrizione. I fatti risalgono al già al 2004.  La prescrizione lascerebbe l’amaro in bocca alla Procura ma anche agli imputati – una dozzina – che non potrebbero mai riuscire a provare la propria eventuale estraneità alle accuse.