Un’indagine importante che ha ricadute immediate sulla percezione della sicurezza degli astigiani.
Parliamo dell’operazione “Drug Queen” portata a termine dai carabinieri e che ha spazzato via con un colpo di spugna un fiorente spaccio di stupefacenti, cocaina in primis, ma anche eroina e marijuana.

Si spacciava anche in centro, alla luce del sole

Quindici le misure di custodia cautelari in carcere eseguite questa mattina dai militari fra le palazzine occupate di corso Casale, corso Volta e in alloggi fra via Malta e il quartiere Praia.
Ma i numeri parlano anche di oltre 200 clienti identificati e che nei prossimi giorni, a indagini concluse, verranno segnalati come abituali consumatori di stupefacenti.
Importante, per una città come Asti, il giro di spaccio che avveniva sia negli stabili occupati ma anche in zone centralissime e in pieno giorno. Piazzetta Italia per esempio era uno dei luoghi di scambio dove lavorava principalmente un pusher albanese; in piazza Alfieri i militari hanno documentato altre compravendite avvenute anche di fronte a inconsapevoli passanti.
L’operazione che prende il nome da un gioco di parole fra droga e regine, è partita proprio dall’individuazione di quattro donne, alcune anche madri, ritenute abituali spacciatrici. Dalla denuncia di un cliente e quindi dall’identificazione delle quattro regine l’indagine si è allargata immediatamente arrivando a contare 15 persone arrestate questa mattina fra italiani, albanesi e magrebini, (fra cui 6 donne ndr) e centinai di clienti, fra liberi professionisti, operai, commercianti.

Commercianti, operai e liberi professionisti fra i clienti

Persone normali, quindi, che però avevano il vizietto della droga per il quale erano disposti a spendere quotidianamente del denaro e per colpa del quale avevano perso anche ogni inibizione. Lo dimostrano le decine di intercettazioni telefoniche riportate sull’ordinanza di 300 pagine firmata dal gip Marson; conversazioni fra clienti e venditori nelle quali i riferimenti alla droga e agli incontri erano più che mai espliciti.
C’era chi proponeva baratti per una dose di cocaina, c’erano madri che davano in pegno scope elettriche per una bustina di polvere bianca, chi si offriva di pagare con le migliori bottiglie di alcolici del proprio bar.
Un giro di spaccio che, quindi, era ben ramificato in città. Per questo l’operazione dei carabinieri assume un’importanza così rilevante.

Le ricadute sulla sicurezza dei cittadini

“Questa operazione ha diversi effetti immediati su Asti e gli astigiani – ha commentato il comandante provinciale Pierantonio Breda -. Innanzi tutto si è sgominato un vasto giro di spaccio, che contava decine di cessioni quotidiane, in secondo luogo si è agito sulla sicurezza diretta dei cittadini, visto che molti consumatori potevano rappresentare un rischio per gli altri se per esempio si mettevano al volante dopo aver fatto assunzione di droghe”. E ci sono casi che o dimostrano. Uno dei clienti infatti era stato protagonista di un incidente stradale in corso Ivrea. Drogato si era messo al volante piombando su un’altra vettura. L’occupante della seconda auto era rimasta gravemente ferita ed era stata poi medicata con un centinaio di punti di sutura al volto.
“Per questo parlo di immediata ricaduta sul sentire degli astigiani”, continua il comandante provinciale.

Una madre di famiglia e un albanese ai vertici del giro di spaccio

A capo del giro di spaccio ci sarebbero stati due distinti soggetti, una madre di famiglia marocchina abitante nello stabile occupato di corso Volta e un albanese. I canali di scambio dei clienti e di recupero dello stupefacente erano fluidi; gli spacciatori cioè si aiutavano fra loro nel commercio in base alle richieste del mercato.
Questa mattina all’alba sono scattati gli arresti. I militari hanno sequestrato droga, ma anche armi fra cui una penna modificata in modo tale che potesse sparare proiettili calibro 22.
Tutti e 15 gli indagati sono in carcere, le donne a Torino. Nei prossimi giorni gli accertamenti si spoteranno invece sui clienti.