Un caso di sextortion durato sei anni è arrivato sul tavolo della Procura di Asti e ha portato all’arresto di una donna per estorsione aggravata e sostituzione di persona, con un danno alla vittima di oltre 62 mila euro.

Parliamo della complessa attività di indagine diretta dalla Procura di Asti e svolta dall’Aliquota della sezione di Pg della polizia che ha portato all’emissione di una custodia cautelare in carcere nei confronti di una donna di 46 anni, brasiliana, abitante a Montegrosso Terme, nel Padovano che avrebbe raggirato un 50enne astigiano.

Secondo quanto ricostruito durante le investigazioni la donna di era registrata su un noto sito di incontri utilizzando una falsa identità per fingersi escort e, una volta stabilito il contatto con la vittima, lo avrebbe convinto a mandare messaggi intimi , carpendo così informazioni personali, inclusi profili social e contatti telefonici.

E qui è scattato il tranello. La donna infatti, avrebbe cominciato a minacciare e ricattare l’astigiano chiedendo soldi per non inviare a colleghi e amici della vittima tutti qui messaggi espliciti che i due si erano inviati.

Un calvario di richieste di denaro e minacce durato ben sei anni e costato all’uomo oltre 60 mila euro.

Dall’attività di indagine sarebbe emersa una assoluta capacità della vittima di opporsi alle richieste della donna: ogniqualvolta l’uomo tentava di affrancarsi dal ricatto, spiegano dalla Procura, l’indagata iniziava un a vera e propria persecuzione nei suoi confronti. Così lui si precipitava al più vicino money transfer per effettuare gli ingenti pagamenti. Un incubo durato fino alla scorsa primavera quando l’astigiano, ormai stremato, non ha deciso di denunciare tutto. E così è scattata l’indagine. Un’indagine complessa visto che la brasiliana aveva usato una falsa identità, ma anche utenze telefoniche fittiziamente intestati e conti esteri dove fare confluire i profitti illeciti. 

Ma gli investigatori sono riusciti a raccogliere testimonianze, dati, ricostruendo così, in poco tempo, la complessa vicenda. Il quadro probatorio emerso ha consentito alla procura di chiedere al gip la misura cautelare in carcere che è stata eseguita nei giorni scorsi. Sono state anche eseguite operazioni finalizzate al sequestro preventivo di somme, beni e altre utilità fino al valore equivalente del danno cagionato all’astigiano.

La donna è stata associata alla casa circondariale di Verona a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.