uncSono centinaia i cittadini e consumatori italiani che hanno letteralmente inondato di chiamate i nostri centralini, al fine di chiedere lumi circa la chiarezza e la trasparenza del pagamento del canone Rai, il quale – a partire dal prossimo mese di luglio – verrà compreso nell’importo della bolletta dell’energia elettrica”. Esordisce così Patrizia Polliotto, avvocato fondatore e presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, dal 1955 a oggi la prima e più autorevole associazione consumeristica italiana. “Il primo problema nasce dal fatto che per ricavare le anagrafiche di coloro che devono pagare il canone, più banche dati di molteplici istituti dovranno essere incrociate fra loro, specialmente nel caso in cui l’intestatario del contratto di fornitura elettrica differisca da colui che fino a oggi ha versato il canone Rai”, prosegue l’avvocato Polliotto. “Nonostante per il 2016 l’importo da versare sia stato ridotto a 100 euro –  con un risparmio netto di 13,50 euro pro capite – il fatto di inserirlo all’interno del computo del costo pro capite delle utilities genera di fatto possibili equivoci: con il rischio, per moltissime famiglie italiane, di pagare per due o più volte tale tassa”. Ma c’è di più: “Ciò che appare manifestamente assurdo, come descritto nella Legge di Stabilità 2016, è la presunzione infondata che ovunque sussistano contratti di fornitura elettrica vi sia anche un televisore. Motivo per cui consigliamo fortemente di non fare autocertificazioni anticipate, prima che arrivi l’indebita richiesta del canone Rai”. E incalza: “Infine, ma non ultimo per importanza, considerato il fatto che – se l’obiettivo del Governo è recuperare l’evasione – per mantenere il gettito invariato l’importo da versare avrebbe dovuto essere pari a 77 euro: invitiamo a tal scopo ad aderire – sul sito www.consumatori.it – alla petizione nazionale con cui UNC punta a ottenere dal Governo le seguenti condizioni: riduzione dell’importo, elevazione a 10mila euro del limite di reddito per le persone esenti, nonché la garanzia di una equa e omogenea diffusione del segnale televisivo nazionale in tutto il Paese” conclude Polliotto.